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Nel nuovo numero di Vinyl, il 12 in edicola dal 15 novembre, trovate un bell’articolo dedicato all’etichetta-simbolo per l’era del grunge: la Sub Pop di Seattle. E Seattle è da sempre considerata l’epicentro di quel fenomeno musicale e culturale che rivoluzionò il rock a cavallo fra gli Ottanta e i Novanta. Ma ora, con lo sguardo più obiettivo dato dalla distanza temporale, forse è il caso di fare un quadro un po’ meno mitizzante di quella scena e di capire cosa effettivamente succedesse a Seattle negli anni dell’epopea grunge.

Ecco, dunque, la verità nuda e cruda…

La scena di Seattle non è mai stata grande come i media la descrivevano

Dopo l’esplosione di Nirvana, Pearl Jam, Alice in Chains e Soundgarden, i media descrivevano la scena cittadina come “vibrante”, solida e grande. Ma chi viveva a Seattle probabilmente vedeva le cose molto diversamente. Infatti, prima che esplodesse la moda, i locali dove fare musica erano pochissimi, le band attive si contavano sulla punta delle dita e i concerti di gruppi locali attiravano poche decine di persone.

Kurt Danielson, bassista dei TAD, nel documentario Loser dice chiaro e tondo “La storia della scena di Seattle fu un’invenzione dei media… prima di tutto non c’è mai stata una scena. C’erano la Sub Pop e mezza dozzina di band che riscoprivano la musica con cui erano cresciute, che suonavano andandosi a vedere a vicenda”.

Poi, con l’esplosione dell’hype le cose cambiarono, a Seattle non è mai stata la Mecca musicale che si credeva, prima che il grunge diventasse di moda.

Pochissime band di Seattle hanno davvero sfondato

È un dato di fatto: solo poche band locali hanno potuto godere del grande successo con l’avvento del grunge. In particolare quattro: Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden e Alice in Chains. Gruppi come Mudhoney, Screaming Trees e Posies ebbero un moderato successo commerciale, ma soprattutto nel passaggio a etichette major finirono per non farcela. Pensiamo a nomi come TAD, Seaweed, Hammerbox, Pond, Satchel, 7 Year Bitch e Melvins… tutti su major, ma tutti scottati dall’esperienza e dal sistema della discografia “ufficiale”.

I Nirvana non sono mai stati una band di Seattle

Quella che viene spesso descritta come “la scena di Seattle”, in realtà era un gruppo di piccole sotto-scene regionali. C’erano quella di Portland e di Olympia, ad esempio, in cui si muovevano gruppi ed etichette. Ma per comodità tutto venne etichettato come “di Seattle”. Ad esempio, i Nirvana non sono mai stati davvero una band della città. Sono nati ad Aberdeen e poi si sono trasferiti a Olympia, non a Seattle.

[Continua con la parte 2]

Vinyl numero 11 (novembre-dicembre 2019) è in edicola. Un menù ricco, per tutti i gusti degli appassionati di vinile nelle sue varie declinazioni.

In questo numero di Vinyl: Oasis, Niccolò Fabi, Lucio Battisti, Pink Floyd: i 50 anni di Ummagumma, Gino Paoli: il racconto, Woodstock 50th Anniversary: non solo musica, Bone Music, Sub Pop, Pick Up Records, recensioni… e molto altro!