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[…continua dalla parte 1]

Nel nuovo numero di Vinyl, il 12 in edicola dal 15 novembre, trovate un bell’articolo dedicato all’etichetta-simbolo per l’era del grunge: la Sub Pop di Seattle. E Seattle è da sempre considerata l’epicentro di quel fenomeno musicale e culturale che rivoluzionò il rock a cavallo fra gli Ottanta e i Novanta. Ma ora, con lo sguardo più obiettivo dato dalla distanza temporale, forse è il caso di fare un quadro un po’ meno mitizzante di quella scena e di capire cosa effettivamente succedesse a Seattle negli anni dell’epopea grunge.

Ecco, dunque, la verità nuda e cruda…

Il look grunge non è mai stato considerato figo a Seattle

La “moda grunge” esplose anche a livello fashion, con servizi sulle riviste specializzate e collezioni grunge create da stilisti e case di moda. Stiamo parlando del tipico look con camicia di flanella a quadri, jeans stracciati, anfibi, cappelli di lana, calzamaglia con short sopra… ebbene, a Seattle nessuno ha mai considerato “cool” vestirsi così. Era al limite un look più comune nel nordovest, ma non era neppure considerato un look – piuttosto era solo un modo di vestire comodo, senza alcuna pretesa di stile, adottato da chi lavora e ha bisogno di essere a proprio agio.

Molti gruppi grunge hanno avuto più successo all’estero che non negli USA o a Seattle

Seattle (e gli States) non sono stati particolarmente benevoli nei confronti di tante grunge band – che si sono trovate a vendere più dischi e a essere più apprezzate all’estero che non a casa propria. Alcuni esempi sono i Walkabouts, che in Europa divennero molto noti – ma non destarono interesse negli USA. I Mudhoney, venerati in Europa. E poi ancora i Fastbacks e gli Young Fresh Fellows, adorati in Giappone (dove erano praticamente rockstar).

Vinyl numero 11 (novembre-dicembre 2019) è in edicola. Un menù ricco, per tutti i gusti degli appassionati di vinile nelle sue varie declinazioni.

In questo numero di Vinyl: Oasis, Niccolò Fabi, Lucio Battisti, Pink Floyd: i 50 anni di Ummagumma, Gino Paoli: il racconto, Woodstock 50th Anniversary: non solo musica, Bone Music, Sub Pop, Pick Up Records, recensioni… e molto altro!