Condividi su

I Beatles hanno composto e suonato le canzoni, George Martin le ha prodotte. Ma c’è un gruppo di “unsung heroes”, di eroi poco celebrati, che hanno reso possibile, con il proprio lavoro, che il loro operato approdasse su vinile. Sono i fonici di studio, quelli che hanno spinto i bottoni e manovrato i cursori dei mixer, e in molti casi contribuito in maniera creativamente determinante al risultato finale. I loro nomi sono poco noti, o semisconosciuti, ma meritano di essere ricordati.

[di Franco Zanetti – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.9 / continua da I fonici dei Beatles, eroi dietro le quinte – pt. 2/3]

Norman Smith e Geoff Emerick sono stati i due fonici più influenti e significativi per la produzione discografica dei Beatles, ma vanno ricordati anche Ken Scott, subentrato a Emerick per l’Album Bianco, e Glyn Johns, che ha lavorato alle registrazioni di Let It Be.

Però c’è almeno un altro nome che merita di essere citato: è quello di Ken Townsend. Anche lui presente alla EMI nel fatidico giorno del primo arrivo dei Beatles a Abbey Road, non era un fonico (mansione che ha svolto solo una volta, per la registrazione in solitaria di Why Don’t We Do It In The Road da parte di Paul McCartney, il 9 ottobre 1968) ma un ingegnere elettronico.

A lui si deve l’idea – applicata per la prima volta l’1 febbraio 1967 – di collegare direttamente il basso suonato da John Lennon nella prima versione di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band al banco del mixer, per realizzare una traccia provvisoria che, in questo modo, si sarebbe poi potuta sostituire senza problemi di rientro.

Townsend, soprattutto, è l’inventore dell’ADT, Automatic Double Tracking: un sistema che permette, duplicando automaticamente una traccia vocale, di raddoppiarla ottenendo un leggero effetto di sfasatura che la rende più risonante e quasi naturale.
I Beatles la usarono per la prima di moltissime volte il 17 aprile 1966, in Doctor Robert. Consentiva un grande risparmio di tempo e di energie, e infatti George Harrison sosteneva che a Townsend si sarebbe dovuta consegnare una medaglia al merito per la sua invenzione.

[foto: Eric Koch, Nationaal Archief, Den Haag, Rijksfotoarchief: Fotocollectie Algemeen Nederlands Fotopersbureau (ANEFO), 1945-1989 – negatiefstroken zwart/wit, nummer toegang 2.24.01.05, bestanddeelnummer 916-5098. Cropped by Gabriel Sozzi / licenza: Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Netherlands]

Abbonati alla The Beatles Vinyl Collection di De Agostini.

Scopri la loro musica con una collezione di 23 dischi originali imperdibili, su vinile da 180 grammi.
Un viaggio per scoprire come i Fab Four sono riusciti a diventare icone indiscusse della musica e della cultura dagli anni Sessanta a oggi.