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Articolo pubblicato su Vinyl n.6 (febbraio 2019)

Prima di salire sull’elicottero che la deve trasportare dal piccolo motel in cui alloggia con la band fino al palco di Woodstock, Janis Joplin non ha ben chiaro in che cosa sta per immergersi. La cantante ha infatti presentato l’evento ai suoi musicisti, la Kozmic Blues Band, come una esibizione normalissima. Magari un po’ più affollata del solito, ma certamente nulla a che vedere con Monterey!

Quando l’elicottero solca il cielo sopra l’enorme distesa di persone arrivate a Woodstock in quei giorni, potete immaginare lo stupore. Con loro, sospesi sopra quasi mezzo milione di spettatori, ci sono anche Joan Baez, allora incinta, e sua madre. Janis, che fino a quel momento ha trascinato l’entusiasmo del gruppo con sicurezza, si fa improvvisamente nervosa. Comincia a sentire le vertigini e a sudare.

La situazione diventa più frenetica minuto dopo minuto. Appena messo piede giù dall’elicottero, viene letteralmente assalita dai giornalisti. A stento riesce a respingerli con l’aiuto dell’amica e, a seconda dell’umore, fidanzata Peggy Caserta.

Il backstage

Lei vorrebbe concentrarsi, ha bisogno di scaricare al più presto la tensione lanciandosi sul palco di fronte al suo pubblico, per poi inondarlo di musica.
Niente, però, va secondo i piani.
Per questioni di contratto, l’esibizione di Janis, punto nevralgico della seconda giornata, non può avvenire così presto.
Altri gruppi, per esempio i Creedence Clearwater Revival, i Canned Heat e i Mountain, devono suonare prima di lei. L’attesa per poter finalmente dare sfogo a quella tensione, così, si allunga di ora in ora.

In quella situazione, solo due cose sono più diffuse della buona musica: l’alcol e la droga. In preda all’ansia, consumata da un’attesa infinita, Janis non riesce a trattenersi e abusa pesantemente di entrambe. Lo fa insieme a Caserta, passando così le dieci ore che precedono l’ingresso sul palco, intorno alle due di notte di domenica 17 agosto.

La performance

La sua voce è leggermente roca e ingolfata dall’abuso di alcol e sostanze. Le sue movenze sono leggermente più impacciate del solito e lo sguardo si perde nel vuoto mentre canta. Ma tutto questo non le impedisce di regalare al pubblico uno dei concerti più indimenticabili della sua carriera.
Coraggiosa e amabile, come sempre riesce a essere quando finalmente si trova a tu per tu con la platea, la Joplin scherza con la folla, chiede se si stanno divertendo, se non sono troppo scomodi e se hanno abbastanza da bere e da fumare.

Poi inizia a suonare: Raise Your Hand, As Good as You’ve Been To This World, To Love Somebody… tutti i brani che, insomma, l’hanno resa una beniamina della controcultura anni ’60. La scaletta ufficiale si conclude con Piece Of My Heart, che Janis canta in questa occasione con una drammaticità e un trasporto mai visti prima.

Ma la reazione del pubblico è così calorosa e insistente che la cantante e la Kozmic Blues Band sono costretti, malgrado la stanchezza, malgrado gli effetti di alcol e droga, a concedere un encore: Ball and Chain… Il concerto va così avanti ben oltre le tre del mattino.

Pete Townshend, chitarrista degli Who, che si deve esibire poco dopo di lei e che ha assistito al concerto, commenta così l’esibizione della Joplin nelle sue memorie uscite nel 2012: «Forse quella notte non era al suo meglio, magari per via della lunga attesa prima del suo concerto, magari per la quantità impressionante di eroina e alcol che ha consumato. Ma persino una serata no di Janis può essere incredibile».

I postumi

Dopo il concerto, Janis non batte in ritirata. Però, è profondamente delusa da se stessa per aver permesso all’alcol e all’eroina di rovinarle quell’occasione: non è contenta di come ha cantato e per questo se la prende con Caserta, oltre a insistere affinché le registrazioni della sua esibizione non vengano incluse nel famoso documentario e nemmeno nella colonna sonora di Woodstock: Music From The Original Soundtrack and More.

Fedele al suo ruolo di regina del movimento hippie, però, la Joplin assiste a tutte le esibizioni successive, prendendo parte anche alla cerchia dei musicisti che sono scesi sul palco dietro Crosby, Stills & Nash, per accompagnare la loro prima apparizione davanti a quel pubblico.

Nella mattinata del 18 agosto, poi, Janis è ancora lì, finalmente al caldo nel furgone di Joe Cocker, mentre assiste al concerto di chiusura di Jimi Hendrix, come racconta Joan Baez nella sua biografia And A Voice to Sing With del 1989. Per fortuna, nonostante la sua autocensura, l’edizione celebrativa del 25° anniversario di Woodstock, il documentario del festival, include anche la sua esecuzione di Work Me, Lord.

[Foto: Albert B. Grossman Management (personal manager), New York – Quest’opera è nel pubblico dominio perché pubblicata negli Stati Uniti fra il 1924 e il 1977, inclusi, senza un avviso di copyright. A meno che l’autore non sia morto da molti anni, non è nel pubblico dominio nei Paesi o nelle aree che non applicano la regola della durata più breve per le opere statunitensi, come Canada (50 pma), Cina (50 pma, ma non Hong Kong o Macao), Germania (70 pma), Messico (100 pma), Svizzera (70 pma), e altri Paesi con trattati individuali]