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Hanno un nome difficile da ricordare, ma vale anche la sigla FASK. Vengono da Perugia e questa estate la passano in tour. Abbiamo incontrato la band italiana che fa pensare che il rock abbia ancora molto da dire.

[di Silvia Gianatti – intervista pubblicata su Vinyl n.9]

Animali notturni è un disco che suona potente e arriva a due anni di distanza dal loro ultimo lavoro. Un cambio etichetta (ora la major Warner Music), undici nuove canzoni e la grande forza espressiva nei live sono gli ingredienti che rendono i Fast Animals and Slow Kids la band da tenere d’occhio. Il gruppo è composto da quattro ragazzi di Perugia, che suonano insieme dal 2008. Simone Romizi, Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti, amici fin dai tempi delle superiori, hanno già quattro album alle spalle e un grande amore per la musica, soprattutto quando la si può ascoltare in vinile. Li abbiamo incontrati a Milano.

Il vostro disco suona anche sul giradischi.
Teniamo molto al vinile, al lato A e B di un disco. Per ogni nostro lavoro abbiamo sempre cercato di rispettare l’ordine dei brani, pensando al supporto diverso. In questo, che racchiude al suo interno due anime differenti, una più riflessiva e l’altra più ottimista, avevamo due canzoni con cui avremmo voluto aprire l’album. Una è Animali notturni ed è quella che abbiamo scelto. Un’altra ancora era la seconda e apre il lato B del vinile. Siamo sempre molto attenti alla divisione dei brani, per l’ascolto.

Avete un buon rapporto con i dischi?
Ottimo. Compriamo online, nei mercatini, nei negozi. Amiamo i vinili perché fanno sedimentare l’ascolto. Danno una pausa necessaria che oggi le playlist non permettono più, facendoti spesso perdere la concentrazione. Certo questo non vale quando il disco è diviso in maniera folle e devi alzarti quattro volte per cambiare facciata, penso a The Most Lamentable Tragedy dei Titus Andronicus, ascoltato solo una volta per questo motivo.

Come nascono i vostri brani?
Il nostro approccio è tale per cui nulla può essere deciso da una sola persona. Riusciamo a discutere sulle singole parole. Ma lavoriamo insieme. O siamo tutti insieme oppure non lo facciamo. Non possiamo essere superficiali, la musica è la cosa più importante.

Il passaggio da un’etichetta indipendente a una major cambia il vostro modo di lavorare?
Questo passaggio non lo abbiamo percepito perché tra noi non è cambiato nulla. Ci siamo conosciuti alle superiori, avevamo diverse band. Ognuno di noi suonava con qualcun altro. Litigavamo con tutti, volevamo solo una band di amici per divertirci. Siamo entrati in sala prove, ci siamo divisi gli strumenti, io sono stato messo a cantare e lì siamo rimasti, per tutta la vita. Siamo gli stessi, abbiamo consegnato il nostro disco a Warner. È quello che potete ascoltare.

[foto Fast Animals and Slow Kids Facebook]