La Regina e la Perla segnarono rispettivamente la storia del soul e del rock, arrivando da radici e passioni radicate nel gospel e nel blues.

Condividi su

Appaiono distanti, come se fossero separate almeno da una generazione. Eppure, fra Aretha Franklin e Janis Joplin c’è meno di un anno di differenza. Due voci uniche, capaci di scolpire la storia, donne libere mosse da un’inquietudine frutto di vite differenti, ma unite da un grande amore per la musica, radici affondate nel blues – poi virate su altri generi. In momenti nevralgici delle loro carriere, entrambe vengono prodotte da Clive Davis e suonano alla corte di Bill Graham, padre dei mitici club Fillmore. Non stupisce poi che, come raccontato dal musical A Night with Janis Joplin, nel personale pantheon di Janis, oltre a Bessie Smith e a Big Mama Thornton, ci sia Aretha.

C’è, infine, il 1967: l’anno simbolo della loro consacrazione. La “Regina del soul” passa alla Atlantic e pubblica album leggendari come I Never Loved a Man the Way I Love You, mentre la ragazza hippie di Port Arthur in quell’estate sale sul palco del festival di Monterey, mostrando al mondo tutto il suo talento.

Aretha: diritti civili, soul e cinema

Aretha, scoperta inizialmente dal mitico John Hammond, arriva al successo internazionale solo dopo l’incontro con Jerry Wexler. I seppur notevoli album registrati tra il 1960 e il 1966 per la Columbia Records, infatti, mancano dell’inconfondibile stile interpretativo che la renderà celebre negli anni a seguire. A 24 anni, Aretha è già una donna vissuta, madre di due figli, avuti a 15 e 17 anni, frutto di relazioni sgretolate: la sua carriera sembrava scritta, ma ancora senza successo.

Il cambio di passo avviene un anno dopo, a 25 anni: quella ragazza cresciuta fra casa e chiesa è pronta a sbocciare. Sarà Wexler, produttore della Atlantic Records, a permetterle un vero salto di qualità nella musica, consacrandola come diva della scena soul a stelle e strisce. Il buio di una vita complicata vena la sua voce, che finalmente trova il giusto riconoscimento, partendo da quella mitica e paradossale incisione nei FAME Studios di Muscle Shoals, in Alabama, Stato ferito dalla segregazione razziale. In una terra così unica nel suo genere – la stessa dove, nel 1955, Rosa Parks era diventata un’eroina dei diritti degli afroamericani – Aretha diventa vero motivo di orgoglio per tutta la black community.

È l’inizio di una carriera incredibile che la consegnerà alla storia come grande: voce, personalità, donna.

Janis: un’esibizione che scosse il mondo
Per Janis Joplin, la svolta arriva su un palco, il padre di tutti i palchi, quello del festival di Monterey, in California. La futura Perla si presenta on stage con un vestito incolore, quasi spaventata e un po’ chiusa in se stessa, ma appena inizia il live, la musica sembra possederla improvvisamente. La band le costruisce il tappeto sonoro perfetto. La sua voce da leonessa finisce con l’ammaliare il pubblico.

Il regista visionario Donn Alan Pennebaker ne rimane impressionato e, d’accordo con gli organizzatori, prega la band di tornare sul palco l’indomani, per poterla filmare. Ventiquattro ore dopo Janis, insieme ai suoi Big Brother, canta nuovamente “Ball and Chain” di Big Mama Thornton: un gancio nello stomaco.

Struggente e allo stesso tempo magnifica, è un’onda straripante di libertà artistica e umana. Una trasfigurazione della musica, raccontata in video. È la prima grande testimonianza del suo talento su un palco così prestigioso. L’esibizione non passa inosservata ai discografici della Columbia Records, che scritturano il gruppo per il successivo disco Cheap Thrills che uscirà l’anno seguente e catapulterà la band in cima alle classifiche di vendita.

Influencer ante-litteram

Aretha Franklin e Janis Joplin entrano di diritto nella leggenda, voci di un periodo storico capace di generare rivalsa, voglia di emancipazione e aneliti di libertà. Una libertà sofferta quella inseguita dall’anima gospel e soul di Aretha e da quella blues-rock di Janis, che hanno nobilitato i generi musicali proposti, dimostrando la forza e l’orgoglio di essere donne. Aretha e Janis sono voci libere, figlie di vite sofferte, fonti di ispirazione per intere generazioni. I Never Loved a Man the Way I Love You e Pearl costituiscono le fotografie in musica di quella riscossa. Una Regina e una Perla che, attraverso strade differenti, rappresentano uno stesso simbolo per chi è sempre, ancora oggi, alla ricerca di sé.

Queste storie e molte altre sono raccontate in They Got Blues, la serie Betterly dedicata al blues in vinile