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Thin Lizzy, Thin Lizzy
Vinile in edicola dal 21/08/2019
Collana: Blues in vinile

È il disco di debutto della band di Phil Lynott, Eric Bell e Brian Downey, uscita dalle pagine del fumetto per bambini inglese «The Dandy», al cui personaggio robotico Tin Lizzie i musicisti si erano appunto ispirati nella scelta del nome del gruppo.

Rispetto ai Thin Lizzy di Jailbreak, Fighting o Bad Reputation, per non parlare della mostruosa band che intorno all’uscita di Live And Dangerous dichiarava di essere disposta a inondare il palco di sangue pur di mandare in visibilio il pubblico, il power trio irlandese innamorato del folk che ci troviamo di fronte in Thin Lizzy, uscito per la Decca nel 1971, rischia di lasciare leggermente spaesati.

Qui, i futuri campioni del rock irlandese si presentano in una veste ben più candida, anche se non per questo priva di energia e vigore, per gettare le basi della loro lunga e complessa carriera musicale.
È una sorta di ritratto d’infanzia di una band promettente, creativa e industriosa, la cui unica pecca è anche il suo miglior pregio: volere troppo e troppo in fretta.

Un vero e proprio mosaico di generi diversi, quindi, quasi a voler mostrare fin dal debutto, un quadro il più completo possibile di tutti i territori che avrebbe voluto esplorare nel corso della sua intera carriera.
Thin Lizzy si apre con The Friendly Ranger at Clontarf Castle, un brano quasi art rock, poi sfoggia sfumature orchestrali e classiche in Honesty Is No Excuse, si tinge di blues in Ray Gun, mentre in canzoni come Look What The Wind Blew In e Clifton Grange Hotel scopre una venatura hard rock e, infine, esplora il folk con Eire.
Diddy Levine contiene probabilmente la sequenza più heavy dell’intero disco, in un fugace passaggio strumentale, seguito a breve distanza da alcuni riff di Return of The Farmer’s Son.

Davanti a un disco così sperimentale, sospeso in un equilibrio dove tutto può essere eppure niente è ancora del tutto, una fetta piuttosto larga del pubblico dei Thin Lizzy, composta principalmente da chi si era affezionato alla band al momento della sua più violenta gloria, ha spesso considerato Thin Lizzy come poco più di un’incertezza infantile, perfettamente scusabile come i primi passi di un bambino.

Eppure, se da un lato questo disco appare, per via della sua natura eterogenea, più fragile dei successivi, rimane il “cuore messo a nudo” della creatività della band, poi destinata a incamminarsi sempre più decisamente sul sentiero dell’hard rock. Dove, se non qui, la band avrà di fatto mai più il coraggio di aprire una canzone con strofe di poesia parlata accompagnate da un sottile accompagnamento jazz?

Tracklist

Lato A

The Friendly Ranger at Clontarf Castle
Honesty Is No Excuse
Diddy Levine
Ray-Gun
Look What The Wind Blew In

Lato B

Eire
Return Of The Farmer’s Son
Clifton Grange Hotel
Saga Of The Ageing Orphan
Remembering, Pt. 1

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