Condividi su

Pearl Jam, Gigaton
2LP, Monkeywrench/Universal
Voto: 4
Rock

Ogni volta che esce un disco dei Pearl Jam c’è attesa e poi discussione: chi pensa che la band, grandiosa dal vivo, abbia perso lucidità in studio versus chi si entusiasma. Possiamo dirlo: gli ultimi due album sono invecchiati male, al di là di ogni possibile euforia iniziale: Backspacer e Lightning Bolt avevano qualche buona canzone, ma mostravano stanchezza compositiva in generale.

Per Gigaton la band ha cambiato metodo: un nuovo produttore, Josh Evans, e un lavoro più “di studio”. La band sperimenta, e parecchio, in Dance Of The Clairvoyants, che ricorda il funk-rock dei Talking Heads. E nelle altre 11 canzoni passa dal rock, al punk alle ballate acustiche, citando Led Zeppelin, Queen e Who.

Il nuovo processo sembra funzionare: gran canzoni come Who Ever Said, Seven O’ Clock e l’intenso trittico finale Comes Then Goes, Retrograde e River Cross, voce organo e poco altro. Evans, che lavora da tempo con la band come fonico, ha rinfrescato il suono senza tradirlo, puntando molto sul suono delle chitarre. Vedder fa il suo, con quella voce pazzesca. Gigaton non riporterà la band ai fasti degli esordi, ma è più solido delle ultime uscite: un bel disco di rock, con testi che parlano di resistenza ad un mondo impazzito. Di questi non è poco, anzi è essenziale.

(Giampiero Di Carlo)

Tracklist

Who Ever Said
Superblood Wolfmoon
Dance Of The Clairvoyants
Quick Escape
Alright
Seven O’Clock
Never Destination
Take The Long Way
Buckle Up
Comes Then Goes
Retrograde
River Cross