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Mark Lanegan, Straight Songs Of Sorrow
2Lp, Heavenly Recodings
voto: 3
genere: rock 

Fresco – è uscita a cavallo fra aprile e maggio – di un’autobiografia al vetriolo, Mark Lanegan batte il ferro finché è caldo e sforna anche un nuovo album d’inediti ispirati proprio al libro. Raccontare la propria vita nero su bianco ha infatti aperto il vaso di Pandora dei ricordi, ha ammesso Lanegan, per cui appena terminato il volume si è gettato sulla musica.

È così che queste canzoni sono inevitabilmente legate a quelle pagine, di cui rappresentano una sorta di apice e catarsi definitiva. Anzi, Mark dice che ogni pezzo è ispirato a un personaggio che si trova nel suo memoir.
E la musica? Una sorta di crossover fra il Lanegan solista degli esordi e le derive più contaminate di elettronica degli ultimi lavori.

Quindi rock malato, cupo e venato di blues, meticciato con sonorità sintetiche – che purtroppo a tratti risultano invadenti e deleterie nella costruzione delle atmosfere.
Onore a Mark per il coraggio e la volontà di “crescere in pubblico” (come Lou Reed insegna) e per il cast di ospiti radunati (Greg Dulli, Warren Ellis, John Paul Jones, Ed Harcourt…), ma sembra che la mira debba ancora essere perfezionata, se questa è la traiettoria che ha scelto.

Tracklist

Lato A

I Wouldn’t Want To Say
Apples From A Tree 
This Game Of Love 
Ketamine

Lato B

Bleed All Over 
Churchbells, Ghosts 
Internal Hourglass Discussion
Stockholm City Blues 

Lato C

Skeleton Key 
Daylight In The Nocturnal House
Ballad Of A Dying Rover 

Lato D

Hanging On (For DRC) 
Burying Ground 
At Zero Below
Eden Lost And Found