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Andrea Valentini, Kill ‘Em All
Tsunami Edizioni, 128 pp.

Le monografie dedicate ai singoli album sono un genere di letteratura musicale di nicchia, per veri appassionati. Un campo che potrebbe essere percepito “per molti, ma non per tutti”.

In realtà la differenza è data dallo stile che si sceglie per affrontare l’indagine. Nel caso del volumetto monografico in questione, il taglio è rigoroso, ma caldo – come una conversazione tra fan dei Metallica. Ed è così che questo libro diviene apprezzabile anche da chi non vive il culto del metallo. Per la contestualizzazione temporale che fa da intro; per la cronaca disincantata che, paradossalmente, eleva il tasso di mitologia intorno al tema; per il modo in cui utilizza gli ignoti Metallica del 1983 per regalare lo spaccato universale di una tipica band che si trova – inconsapevole – alla vigilia del successo e fino ad allora sguazza tra alcol, fame, miseria e indecenza; per la credibilità della sua opera di ricerca e di ricostruzione di fatti e dettagli.

Quando poi l’autore analizza i brani uno a uno, sotto il profilo sonoro e dal punto di vista dei testi, mette le basi per quella che, in coda al testo, si rivela come l’autentica reason why dietro al libro: e, cioè, che Kill ‘Em All è il blue print del thrash metal. Non la sua invenzione, ma il suo sdoganamento ufficiale.

Nel raccontarci la rapida evoluzione dalle prove nel garage dei genitori, ai demo fino al LP, Valentini non trascura nulla. Acuto nell’osservazione, diretto e asciutto nelle descrizioni, rigoroso nella ricerca, è un narratore coinvolgente che mangia e respira musica.

(Giampiero Di Carlo)