Condividi su

…tutto su Liam e Noel dopo quel maledetto litigio a Parigi

[di Mattia Marzi – articolo pubblicato su Vinyl n. 11]

Una lite. L’ennesima. Forse non la più furibonda di tutte. Ma sicuramente quella decisiva: una di quelle che dopo non si può più tornare indietro. La discussione che mette la parola fine alla storia degli Oasis – e alla gloriosa stagione del britpop – si svolge nel backstage del festival Rock en Sein di Parigi la sera del 28 agosto 2009 pochi minuti prima dell’esibizione della band guidata dai fratelli Gallagher, tra gli ultimi appuntamenti del tour legato all’album Dig Out Your Soul.

Comincia come il solito battibecco tra Noel e Liam: l’entourage del gruppo ci ha fatto l’abitudine e così anche i musicisti che accompagnano i Gallagher sui palchi, Gem Archer e Andy Bell, che non sembrano curarsene più di tanto. Poi, però, la situazione precipita. E degenera in una vera e propria rissa. Volano insulti pesanti e i due arrivano pure alle mani: non si sa chi prende più botte. Due chitarre vengono distrutte. Noel si infila in auto e se ne va. I suoi collaboratori provano a farlo tornare indietro, a farlo riflettere, ma lui non vuole sentire ragioni: ne ha abbastanza di suo fratello e di tutti quei litigi, diventati negli anni oggetto di un’attenzione sempre più crescente da parte dei media.

Sfrecciando via, si lascia alle spalle gli oltre 30.000 ragazzi in attesa dell’esibizione degli Oasis sotto il palco del Rock en Seine, molti dei quali arrivati nel parco di Château de Saint-Cloud, la location parigina scelta per ospitare la manifestazione, alle prime luci dell’alba, solo ed esclusivamente per assistere all’esibizione della band di Wonderwall. A quelli bisogna spiegare che non ci sarà nessuna esibizione degli Oasis. È il compito più difficile e spetta agli organizzatori del festival (che nel frattempo hanno chiesto ai londinesi Madness, tra le varie band in cartellone, di sostituire i Gallagher). Un portavoce si fa coraggio e annuncia alla folla: «Gli Oasis non esistono più. Stasera non suoneranno e il resto del tour europeo è annullato».

Nel frattempo il direttore del Rock en Seine conferma ai giornalisti che al termine della rissa scoppiata nel backstage Noel ha lasciato il parco e nessuno è riuscito a farlo tornare indietro. Le agenzie di stampa iniziano a battere la notizia, che nel giro di pochi minuti finisce su siti e blog. Arriva anche un comunicato ufficiale di Noel: «È con un po’ di tristezza e grande sollievo che vi comunico che questa notte lascio gli Oasis. La gente scriverà e dirà quello che vorrà, ma non posso riuscire a lavorare con Liam un giorno di più», fa sapere il più grande dei due Gallagher, scusandosi poi con i fan che avevano già comprato i biglietti per gli ultimi concerti del tour, in programma a fine agosto al Rock am See, in Germania, e agli I-Days di Milano (dove vengono sostituiti con i Deep Purple).

È un finale inglorioso e tragicomico quello degli Oasis, la band che negli anni Novanta era stata investita del compito di dare nuova linfa al rock britannico e di riportare in alto la bandiera del Regno Unito nelle classifiche di tutto il mondo, con quelle canzoni diventate per gli adolescenti dell’epoca dei veri e propri inni generazionali, da Supersonic a Don’t Go Away, passando per Rock ‘N’ Roll Star, Cigarettes & Alcohol, Roll With It, Some Might Say. E poi naturalmente Live Forever, Wonderwall, Don’t Look Back In Anger e Champagne Supernova, un poker che aveva permesso ai fratelli Gallagher di appendere alle pareti qualche decina di dischi di platino e a mamma Peggy di esporre sul caminetto e nelle bacheche della sua casa a Manchester non pochi premi e statuette. Dopo quel 28 agosto 2009 niente sarebbe stato più lo stesso, nel rapporto tra Noel e Liam.

[Continua con la parte 2 – foto: Freschwill – licenza CCBYSA2.0]