Il 13 novembre esce Contatto, il decimo album di inediti della band salentina. Disponibile in doppio vinile 180 gr, contiene 12 tracce e racconta l’uomo, per uscire dall’immobilità di questo momento. Partendo da un evento live

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Esce il 13 novembre Contatto (Sugar), il decimo album dei Negramaro:  un disco di inediti che parlano di piccoli gesti che ciascuno di noi può fare, per cambiare il mondo. Un concept album che combatte, che infonde speranza (La cura del tempo, Non è mai per sempre), che parla di unione tra gli uomini, perché nessuno si può salvare da solo (Dalle mie parti, Terra di nessuno). Omaggi e citazioni, da Lucio Dalla a Ennio Morricone, è prodotto da Andrea Mariano, il tastierista della band.

Per presentare l’album il 12 novembre alle 21 la band salentina diventa  protagonista di “Entra in contatto” – l’evento live con la direzione creativa di Giò Forma – dove la band presenta dal vivo alcuni brani del nuovo disco. Un live unico all’interno di una vera e propria location o per tutti coloro che hanno pre-salvato o pre-ordinato l’album.

Contatto, un titolo che in questo periodo ha un grande significato. 

Giuliano: «Abbiamo iniziato a lavorare a questo disco più di un anno e mezzo fa e la cosa eclatante è che questa parola che oggi è diventata la più importante e ambita nel pianeta terra in realtà è nata prima, per raccontare  quello che stava succedendo nel pianeta. Avevo voglia di ridare fisicità a questa parola. Quello che poi è successo in questi mesi l’ha fatta diventare tutt’altro. È la parola più sognata. Ha un lato onirico stupefacente».

A livello di produzione ci sono novità? 

Andro: «Ho fatto uno sforzo enorme per distaccarmi dai lavori precedenti. I ragazzi mi hanno sostenuto e gasato, spingendomi a fare cose coraggiose. L’album ha una coerenza globale molto forte, ma in ogni track abbiamo cercato di sorprendere, come fosse un ascolto nuovo. Non c’è nulla di scontato nell’arrangiamento. Abbiamo usato anche  i fiati, che nelle altre produzioni apparivano poco. Ci sono gli archi e l’orchestra».

La sezione ritmica del disco è molto presente, la lavorazione è stata difficile? 

Ermanno: «Ho strumenti molto ingombranti, volevo fare le prove per capire quali usare in studio. Poi siamo rimasti isolati. C’è stata una mancanza, ma abbiamo messo sul tavolo tutta l’esperienza di questi anni».

Danilo: «Abbiamo fatto un disco a distanza, andando fuori dai nostri schemi. Abbiamo ritrovato una sorta di nuova intimità».

Live, sperimentate un nuovo modo? 

Lele: «Cerchiamo contatto in modo diverso, in streaming, suonando dal vivo. Avremo immagini in 3D, una dimensione che accorcia un po’ le distanze, in questo momento in cui  non abbiamo idea di quando ripartiranno i live».

Vi sembra possibile questo nuovo modo di suonare? 

Giuliano: «No, la musica non può restare così. Se tra due anni sarà ancora così, cambieremo tutti mestiere. Quello che serve è il contatto fisico, la musica non è questo. All’arte serve il contatto fisico, non ha senso niente se non stiamo insieme. Ho davvero paura  che mia figlia cresca con la paura dell’altro, con diffidenza, quando invece per me l’unica salvezza è l’altro da sé».