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Sono le nove di mattina di lunedì 18 agosto 1969, quando Jimi Hendrix sale sul palco del festival di Woodstock – che, ufficialmente, avrebbe dovuto concludersi il giorno prima. Insiste per suonare, nonostante la sua nota ritrosia a esibirsi di fronte a grandi folle… ma a dargli una mano interviene il fatto che dei circa 400.000 presenti che avevano invaso l’area nei giorni precedenti, solo 40.000 circa sono rimasti lì.
Ma non è tutto: pubblico a parte, Jimi deve fare i conti con una backing band dall’equilibrio totalmente rivoluzionato. Solo un mese prima, infatti, il power trio della Experience (composto da Hendrix con il batterista “Mitch” Mitchell e il bassista Noel Redding) è stato scosso dall’abbandono di Redding, sostituito al volo con Billy Cox.
Jimi è così teso che non dorme da tre giorni. Ma, nonostante la stanchezza, quando sale sul palco è abbastanza lucido da correggere lo speaker che presenta la band come The Jimi Hendrix Experience: «Abbiamo deciso di cambiare tutto e di chiamare la band Gypsy Sun and Rainbows. Per farla breve, prendeteci un po’ come un gruppo di gypsy!».

La performance

Jimi e i suoi gypsy attaccano con Message To Love: una intro perfetta per Woodstock. Il pubblico, in uno stato confusionale persino peggiore di quello in cui si trova Hendrix, reagisce con un entusiasmo tale da giustificare i giornalisti che per anni hanno insistito raccontando di una folla di 500.000 spettatori scatenati: in realtà, come già accennato, sono circa 40.000.
Il concerto decolla e, brano dopo brano, l’atmosfera si scalda, in un clima di euforia generale. Al quarto pezzo – Red House – Jimi incappa in un inconveniente banale, ma sempre in agguato anche se sei un maestro della chitarra: la rottura del Mi cantino. Impassibile e fedelissimo al suo status quasi divino, Hendrix procede con consumata nonchalance, dimostrando che per il suo talento una corda in meno non rappresenta che un dettaglio insignificante.
L’esibizione procede fino al momento topico di Foxy Lady, ma soprattutto di Gypsy Woman e Aware Of Love (entrambe scritte da Curtis Mayfield), che Jimi suona live qui per la prima e ultima volta.

The Star-Spangled Banner

Dopo circa due ore di musica parte un lungo medley (più di mezzora), durante il quale Jimi fa ruggire alla sua Fender Stratocaster le note di The Star-Spangled Banner, l’inno statunitense, stravolto e riletto con l’inserimento di rumori che ricordano esplosioni e boati, come quelli delle bombe che stanno sconvolgendo il Vietnam, dove tanti ragazzi americani stanno combattendo e perdendo la vita. Non è, però, solo un messaggio pacifista: come dirà lo stesso Jimi, è soprattutto la fotografia perfetta dell’anima degli States alla fine degli anni Sessanta.
Il concerto prosegue con Purple Haze e una serie di improvvisazioni intitolate – a posteriori, dopo la morte di Hendrix – Woodstock Improvisation e Villanova Junction.
Per congedarsi dal pubblico, la band decide di regalare un bis (un fatto più unico che raro per Jimi che, fino a quel momento, è sempre stato restio a concederne). Dopo una breve discussione in cui i tre sembrano voler suonare Valleys of Neptune, Jimi attacca il suo saluto finale alla folla di Woodstock: l’immortale Hey Joe (cover del brano attribuito a Billy Roberts).

La “Woodstock Strat”

La chitarra che Hendrix suona in occasione del concerto di Woodstock è una fra le più iconiche del suo ampio parco strumenti. Insieme alla Black Beauty (una Stratocaster nera), la Woodstock Strat è fra le sei corde hendrixiane più note.
Si tratta di una Fender Stratocaster, in colorazione Olympic White, del 1968 con numero seriale #240981, manico in acero e body in ontano. Jimi aveva acquistato la chitarra a New York, in un negozio di strumenti. Fra le “apparizioni” live più importanti della Woodstock Strat sembra ci siano stati anche il Newport Pop Festival e l’ultimo concerto in assoluto di Hendrix, quello all’isola di Fehmarn a settembre del 1970 (“sembra”, in quanto non è chiaro se Jimi abbia usato sempre quella chitarra o una identica che si differenzierebbe solo per una piccola ammaccatura sulla parte inferiore, sotto il pickup al ponte).
Oggi la chitarra di Woodstock – debitamente autenticata – fa parte della collezione ospitata presso l’Experience Music Project Museum di Seattle.

La scaletta del concerto:

Message to Love
Hear My Train A Comin’
Spanish Castle Magic
Red House
Mastermind
Lover Man
Foxy Lady
Jam Back at the House
Izabella
Gypsy Woman/Aware of Love
Fire
Voodoo Child (Slight Return)/Stepping Stone
The Star-Spangled Banner
Purple Haze
Woodstock Improvisation/Villanova Junction
Hey Joe [bis]