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Il produttore e compositore più apprezzato del momento pubblica il terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2016. S.A.D. Storm And Drugs è il suo modo di sentire la musica. Il suo viaggio personale.

[di Silvia Gianatti – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.13 / continua dalla prima parte]

Quale pensi che sia l’ingrediente che ti fa avere così successo, nei suoni?
Non mi do motivazione, ma so che cerco sempre di prendere qualcosa che è sotterraneo, che non è in una forma pop. Sfumature, beat, effetti, una tipologia di arrangiamenti con l’obiettivo di applicarla al pop. Questa cosa rende fresco il suono. Credo anche di portare la melodia, il reef, l’arrangiamento a una tale sintesi d’identità che è talmente chiara e netta che arriva subito. Bella o brutta che sia, arriva. È questo che rende i miei pezzi subito codificabili. Anche quelli più complessi.

Cos’è la musica per te?
Il mio paesaggio aperto e la mia gabbia, allo stesso tempo. A volte finisco per essere ingabbiato e non avere più una vita privata.

Quando hai iniziato a comporre il disco?
A Londra, a inizio 2018. Mi trovavo in un momento molto particolare. Stavo in una tempesta, in una situazione traumatica di stress. Storm and stress in inglese. Tempesta e impeto. Sturm und Drang: dovevo uscirne fuori in un modo o nell’altro. Ora sono libero. La cover del disco è l’uscita da questo muro.

Continui a studiare?
Tutti i giorni. Continuo a studiare pianoforte. Studio inglese. Studio i software di produzione.

La collaborazione che sogni?
Sakamoto. Vorrei andare in Giappone a conoscerlo, anche solo un quarto d’ora. Gli do il mio album e vado via.

Ascolti vinili?
Il vinile è stato il primo oggetto veicolo magico che mi ha portato alla musica. Neverending Story di Limahl e la colonna sonora di Labyrinth di David Bowie i miei primi 33. Da lì molti altri. Mi piaceva l’idea che ci fossero i testi sulla busta, mi piaceva l’approccio molto lento e viscerale di ascoltare tutte le tracce. Ho abbandonato il vinile per un po’ di anni e l’ho ricomprato tre anni fa e adesso ascolto in vinile. Alla ricerca di quell’approccio lento.

[foto: Michela Solimando / licenza: Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale]