Condividi su

[Continua dalla parte 1]

Certo non si tratta esattamente di un “ritorno”, come quello di cui si parla ormai da anni a proposito del vinile: le quote di vendita di cassette sono inesistenti (a parte qualche rara iniziativa speciale, come ad esempio quella dei Metallica che hanno ristampato il loro demo su nastro, nessun artista o etichetta di una certa dimensione fa uscire più cassette), ma esiste una community di appassionati che mantengono viva la fiamma – o fiammella. E non è certo un male, se ci lasciamo trasportare (specialmente chi ha vissuto l’epoca dei nastri in prima persona) dall’onda del ricordo: l’immagine delle ore passate a preparare i nastri per amiche e amici, le copertine colorate e decorate a mano cercando di copiare i logo delle band fedelmente, le tracce nascoste e non segnalate, gli errori di trascrizione dei titoli, il riavvoglimento del nastro con la biro, i demo e i bootleg scambiati per posta con i trader internazionali che sembravano sempre tesori esoticissimi… insomma, la nostalgia canaglia facilmente attanaglia (perdonate la rima baciata).

Ed è comprensibile anche il fascino esercitato dalla cassetta sulle generazioni più giovani: sono oggetti “caldi”, da scoprire, meno tecnologici e algidi rispetto al CD. Per non parlare della bellezza di una parete ricoperta di nastri, con le costine tute colorate e differenti una dall’altra, a creare un mosaico musicale, ma anche di vita.

Ma come supporto per ascoltare la musica, le cassette sono oggettivamente datate – non tanto come resa sonora (personalmente amo il famoso “rumore di fondo” supplementare che il nastro magnetico conferisce, come un tappeto che dà corpo, a ogni registrazione) – ma per il fatto che le nostre vite sono, che ci piaccia o no, cambiate. Siamo abituati a comodità e rapidità di utilizzo molto maggiori.

Quindi, ancora una volta, la cassetta è morta, viva la cassetta. Magari come bellissimo memorabilia musicale, evocativo e bello da vedere (confesso di averne scatoloni pieni, che di tanto in tanto mi diverto a spulciare per il puro piacere di riscoprire dettagli, ricordare momenti e persone…). Ma non prendiamoci in giro: nessuno, veramente, si rimetterà ad ascoltare musica solo su nastro. Rassegnamoci.

[a.v.]