Condividi su

[di Franco Zanetti – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.9]

A far data dal 6 gennaio 1962 – come si legge su un memo di Alan W. Livingston, boss della casa discografica americana Capitol – Dave Dexter è la persona che decide se pubblicare o no ogni album e singolo proposto all’etichetta dalle affiliate estere.
A Dexter i Beatles non piacciono proprio, e infatti rifiuta sistematicamente di far pubblicare negli USA i primi quattro 45 giri britannici del gruppo (Love Me Do/P.S. I Love You, Please Please Me/Ask Me Why, From Me to You/Thank You Girl, She Loves You/I’ll Get You).

Sono due piccole label, la Vee-Jay e la Swan, a pubblicare Please Please Me/Ask Me Why e From Me to You/Thank You Girl (la prima) e She Loves You/I’ll Get You (la seconda) – tutti 45 giri che sono già stati al numero uno nelle classifiche britanniche, ma che negli Stati Uniti, in assenza di una efficace promozione radiofonica, non suscitano alcun interesse, a dispetto del fatto che in Inghilterra la Beatlemania sia già esplosa.

Quando Livingston, avendo avuto notizia del clamoroso successo oltreoceano dei Beatles, chiede conto a Dexter del motivo per il quale non ha ritenuto opportuno pubblicare i primi 45 giri del gruppo, Dexter gli risponde: «Non sono altro che quattro tizi con i capelli lunghi. Non valgono niente. Scordateli».
È Livingston, al quale si è rivolto un esasperato Brian Epstein, a convincere (o meglio costringere) Dexter a pubblicare il 45 giri di I Want To Hold Your Hand.
È il 26 dicembre 1963. Prima del 10 gennaio il milione di copie stampate del disco è esaurito.
Al 28 marzo 1964 il totale di copie vendute di I Want To Hold Your Hand arriva a 3.400.000, destinato a salire poi oltre i cinque milioni.

Nonostante questo clamoroso errore di valutazione, per parecchi anni a seguire Dexter rimane il responsabile della pubblicazione negli USA dei dischi dei Beatles.
Ed è a lui che si deve la sciagurata decisione di smembrare gli album del gruppo, togliendone e sostituendone canzoni, cambiandone le copertine e i titoli.
Questo è il motivo per il quale la discografia ufficiale americana dei Beatles è sostanzialmente differente da quella britannica – oggi considerata quella di riferimento – , fino a Revolver compreso.

Il primo album dei Beatles uscito (quasi) identico nel Regno Unito e negli States è, nel 1967, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (peraltro privato del “solco infinito” che chiude la seconda facciata).

Dall’altra parte dell’oceano

La discografia statunitense degli album dei Beatles si apre con Introducing The Beatles, pubblicato dalla Vee-Jay il 10 gennaio 1964.
Il primo album Capitol dei Beatles è Meet The Beatles! (uscito il 20 gennaio 1964), seguito il 10 aprile da The Beatles’ Second Album; il 26 giugno esce, su etichetta United Artists, A Hard Day’s Night, che però contiene solo otto canzoni (più quattro brani strumentali dalla colonna sonora del film).
Il 20 luglio 1964 la Capitol pubblica Something New, e il 15 dicembre 1964 Beatles ’65.

Sei album in dodici mesi – nello stesso periodo, in Inghilterra ne erano usciti solo due: A Hard Day’s Night (con quattordici canzoni tutte firmate Lennon-McCartney) e Beatles For Sale. Nel 1965, la Capitol pubblica The Early Beatles (che si apre con Love Me Do, ormai “vecchia” di più di due anni), Beatles VI, Help! (con sette canzoni e cinque brani strumentali dalla colonna sonora del film) e Rubber Soul.

È impensabile ricostruire qui le troppe differenze fra i primi album britannici e i primi album statunitensi, che solitamente contenevano dodici canzoni anziché le quattordici standard degli album inglesi.
Basti dire che, nell’enorme pasticcio, due brani rimasero inediti negli Stati Uniti (Misery e There’s a Place) e dovranno essere recuperati nella versione americana di Rarities.

Ripartiamo invece da Rubber Soul: quest’ultimo ha la stessa copertina della versione inglese, ma una tracklist diversa: I’ve Just Seen A Face, Norwegian Wood (This Bird Has Flown), You Won’t See Me, Think For Yourself, The Word, Michelle, It’s Only Love, Girl, I’m Looking Through You, In My Life, Wait e Run For Your Life; mancano Drive My Car, Nowhere Man, What Goes On e If I Needed Someone.

Queste quattro canzoni si trovano invece nel famigerato Yesterday… And Today, quello con la “butcher cover” (la quale, secondo alcuni, era un’allusione proprio alla Capitol, che aveva “fatto un macello” degli album dei Beatles), uscito il 20 giugno del 1966, che “anticipa”, rispetto all’uscita britannica di Revolver, avvenuta il 5 agosto, I’m Only Sleeping, And Your Bird Can Sing e Doctor Robert.

Il Revolver americano, uscito l’8 agosto, contiene infatti solo undici canzoni: Taxman, Eleanor Rigby, Love You To, Here, There and Everywhere, Yellow Submarine, She Said She Said, Good Day Sunshine, For No One, I Want To Tell You, Got To Get You Into My Life e Tomorrow Never Knows.

Ne rimarrà solo una

Da Sgt. Pepper’s in avanti, come già detto, gli album inglesi e statunitensi corrispondono.
E corrispondono anche i suoni delle canzoni; che invece, in precedenza, differivano nelle due versioni UK e USA, perché la procedura standard della Capitol era di rimixare i brani aggiungendo abbondanti dosi di riverbero e giocherellando con l’effetto stereofonico.

Quando, nel 1987, gli album dei Beatles vengono ripubblicati in Cd, la Apple decide che quella sarà la discografia di riferimento.
Ma gli album americani non escono del tutto di scena: otto sono riproposti in due cofanetti, nel 2004 e nel 2006, e nel gennaio del 2014 viene pubblicato un altro box con tutti e tredici gli album della discografia americana, che sono ancora disponibili anche individualmente.

Abbonati alla The Beatles Vinyl Collection di De Agostini.

Scopri la loro musica con una collezione di 23 dischi originali imperdibili, su vinile da 180 grammi.
Un viaggio per scoprire come i Fab Four sono riusciti a diventare icone indiscusse della musica e della cultura dagli anni Sessanta a oggi.