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Nell’articolo Beatles: verso il futuro abbiamo raccontato la storia dei Fab Four nell’anno del loro scioglimento, il 1969. Dopo tutti questi anni continuiamo a parlare di loro. Perché?

[articolo di Franco Zanetti pubblicato su Vinyl n.9]

Dopo lo scioglimento, ufficializzato nel 1970, i Beatles cominciano a essere sempre meno considerati, alla luce dell’evidente improbabilità di una ricostituzione del gruppo, mentre ognuno dei quattro ex componenti si dedica, con diversi e alterni risultati, alla propria attività da solista.

Il breve ma sconvolgente tornado del punk li consegna al ruolo di dinosauri del rock, mentre la morte di John Lennon, l’8 dicembre 1980, sembra chiudere per sempre la loro epopea.
Per buona parte degli anni ’80 i Beatles sono ritenuti dei pezzi da museo, o peggio da negozio di rigattiere.
Il loro repertorio, fra il 1976 e il 1982, viene irrispettosamente ricompilato in antologie d’occasione realizzate senza il consenso del gruppo.

Beatles. Otto anni ad Abbey Road di Mark Lewisohn… e oltre

L’anno della svolta è stato il 1987. Quell’anno – in cui per la prima volta i dischi dei Beatles vengono pubblicati in compact disc – la EMI commissiona al giornalista Mark Lewisohn la scrittura di The Beatles Complete Recording Sessions. Esce  l’anno seguente e riporta la cronaca dettagliata, giorno per giorno, dell’attività dei Beatles in studio di registrazione.
L’uscita del libro di Lewisohn (in Italia pubblicato da Arcana nel 1990, con il titolo Beatles. Otto anni ad Abbey Road) ne favorisce un’altra. Parliamo dell’altrettanto fondamentale Revolution in the Head di Ian MacDonald (in italiano Beatles – L’opera completa, Mondadori, 1994). Qui l’autore commenta da un punto di vista musicologico tutte le canzoni pubblicate ufficialmente dai Beatles durante il loro periodo di attività discografica (1962-1970).

Nel 1992 comincia a circolare la voce che sia in preparazione un ampio progetto multimediale riguardante i Beatles, che effettivamente vede la luce nell’autunno del 1995 con il titolo Anthology.
Consiste di un documentario televisivo della durata di sei ore che ricostruisce l’intera parabola artistica dei Beatles. A questo si aggiungono un libro illustrato di grande formato, in cui i tre Beatles superstiti raccontano la loro avventura e un Cd doppio. Si tratta di 60 brani fra inediti, versioni alternative e una “nuova” canzone, Free as a Bird, realizzata da McCartney, Harrison e Starr completando un provino di John Lennon.

Da Anthology a 1

L’enorme, e in parte inatteso, successo di Anthology, che per felice combinazione coincide con il periodo del Britpop – i cui esponenti rivendicano la loro discendenza ideale dai Beatles – ha avuto numerose ricadute. La prima è stata quella di far conoscere i Quattro di Liverpool a una generazione di pubblico che non ne aveva avuto un’esperienza diretta.

Altre uscite discografiche hanno poi consolidato il revival beatlesiano.
Quelle di Live at the BBC, innanzitutto, un doppio Cd, pubblicato nel 1994, con 69 brani eseguiti dal vivo alla radio britannica (che avrà un seguito nel 2013, l’altrettanto doppio On Air).
Del secondo e terzo volume, ognuno in due Cd, della Anthology (usciti nel 1996).
E, soprattutto di 1, una compilation che ottiene vendite stratosferiche, andando – letteralmente, non è un modo di dire – al primo posto di tutte le classifiche e risultando l’album più venduto nel mondo del decennio 2000-2009.

A dimostrazione del rinnovato interesse del pubblico – non solo quello dei nostalgici – la pubblicistica sul gruppo ha conosciuto uno sviluppo esponenziale: un conteggio recente ha stabilito che sui Beatles sono stati pubblicati nel mondo oltre 5.000 libri, contando solo quelli elencati sulle diverse edizioni nazionali di Amazon.

Il primo in assoluto è Love Me Do (1964 ) di Michael Braun. Esiste persino un libro che tratta solo dei libri sui Beatles: si intitola, puntualmente, Having Read the Book, da una frase del testo di A Day in the Life, e l’ha pubblicato Greg Sterlace, un americano di Buffalo, nel 2016.

Tra biografie, saggi critici, enciclopedie, reference book, libri fotografici, libri di quiz, libri a fumetti, cataloghi di mostre e persino romanzi e raccolte di racconti ispirati a loro, qual è il libro “indispensabile”, quello che un vero cultore deve necessariamente possedere? Be’, non c’è (ancora). O, meglio, c’è solo in parte.

La biografia definitiva…

Mark Lewisohn ha iniziato nel 2005 a lavorare a una biografia “definitiva” dei Beatles, con l’intento di coprire l’intero arco dell’esistenza del gruppo.
Al momento ha pubblicato il primo volume di quella che promette di essere una trilogia, ma potrebbe diventare anche una tetralogia: si intitola The Beatles: All These Years, Volume 1: Tune In, e tratta del periodo intercorso fra la nascita dei Quattro e il 1962 compreso.
È uscito nel 2013 in due versioni, una “normale” e una “expanded”; la prima conta 960 pagine, la seconda 1.728 (e no, nessuna delle due è stata tradotta in italiano…).
Lewisohn è intenzionato a pubblicare il secondo volume nel 2020 e il terzo nel 2028. Nell’attesa, chiudo queste righe con le sue parole, che sottoscrivo pienamente: «Da Liverpool è uscito un gruppo di rock and roll che ha forgiato la seconda metà del Ventesimo secolo: la loro musica trascende il passare del tempo».

[foto: Parlophone Music Sweden – licenza: Creative Commons Attribution 3.0 Unported]