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Anche al Festival di Sanremo c’è un lato A e un lato B… tante copertine e tanta musica. Che a volte passa e va e altre volte resta. Sul giradischi

[di Franco Zanetti – articolo pubblicato su Vinyl n. 12 / continua da 70 anni di vinili a Sanremo – pt. 3/4]

Ritorno al passato…?

La distanza fra classifiche del Festival e classifiche di vendita si conferma negli anni ‘90 e Duemila.
Sono molte le canzoni non vincitrici che fanno meglio, in hit parade, rispetto alle trionfatrici dei Festival. Gli altri siamo noi di Umberto Tozzi (1991); Gli uomini non cambiano di Mia Martini e La forza della vita di Paolo Vallesi (1992); Con te partirò di Andrea Bocelli (1995); La terra dei cachi di Elio e le Storie Tese (1996); Laura non c’è di Nek  e …E dimmi che non vuoi morire di Patty Pravo (1997); Tutti i miei sbagli dei Subsonica (2000); Salirò di Daniele Silvestri (2002); Svegliarsi la mattina degli Zero Assoluto (2006).

Gli esempi più recenti? Arriverà di Emma con i Modà (molto più venduta della vincitrice del 2011, Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni); La notte di Arisa (che supera nella classifica delle vendite Non è l’inferno di Emma, vincitrice nel 2012); Fatti avanti amore di Nek (che rilancia nelle charts l’interprete di Sassuolo, secondo a Sanremo dietro a Grande amore di Il Volo), Nessun grado di separazione di Francesca Michielin (2016), ben più alta in hit parade della vincitrice di quell’anno, Un giorno mi dirai degli Stadio.

Nel 2017 e nel 2019, invece, la canzone vincitrice del Festival è risultata anche la primatista di classifica, con Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani e Soldi di Mahmood. Un’inversione di tendenza in atto? Ce lo dirà, forse, il settantesimo Festival di Sanremo, pronto ad iniziare.