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Anche al Festival di Sanremo c’è un lato A e un lato B… tante copertine e tanta musica. Che a volte passa e va e altre volte resta. Sul giradischi

[di Franco Zanetti – articolo pubblicato su Vinyl n. 12 / continua da 70 anni di vinili a Sanremo – pt. 1/4]

Lato A: primi in gara e poi in classifica

In passato è stato così, e anche in maniera significativa: la partecipazione al Festival di Sanremo equivaleva a una grande visibilità e a gareggiare erano anche i big della canzone (i big veri intendo, una definizione che non si può usare per molti dei partecipanti alla categoria maggiore degli ultimi Festival) e le canzoni del Festival invadevano le classifiche di vendita stazionandovi spesso fino all’estate.
Anche se, va detto, spesso non era la canzone vincitrice ad ottenere il maggior successo commerciale.

Delle 69 canzoni che hanno vinto il Festival di Sanremo fino ad oggi, non sono più di una decina quelle che hanno primeggiato nelle classifiche: la vincitrice del 1951 (Grazie dei fiori, cantata da Nilla Pizzi), quella del 1958 (Nel blu dipinto di blu, più nota come “Volare”, cantata da Domenico Modugno, che è diventata anche un successo internazionale), quella del 1964 (Non ho l’età di Gigliola Cinquetti, vincitrice anche dell’Eurofestival di quell’anno).

E poi Il cuore è uno zingaro (1971, Nada e Nicola Di Bari), Per Elisa (1981, Alice), Si può dare di più (1987, del trio Morandi/Ruggeri/Tozzi), Luce (2001, Elisa), Lessenziale (2013, Marco Mengoni), Occidentali’s Karma (2017, Francesco Gabbani) e Soldi di Mahmood, ultima canzone vincitrice del Festival (2019).

[continua con la terza parte]