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Avete letto la nostra cover story (parte 1 e parte 2) dedicata al 1969? Ecco una timeline degli eventi più importanti di quell’anno fondamentale, che cambiò le sorti del mondo…

12 gennaio, Esce Led Zeppelin

Dalle ceneri degli Yardbirds/New Yardbirds, da qualche mese è nata un’entità musicale destinata a cambiare il mondo: i Led Zeppelin. Ossia Robert Plant (voce), Jimmy Page (chitarra), John Paul Jones (basso) e John “Bonzo” Bonham (batteria).
Con un paio di migliaia di sterline e 36 ore di lavoro agli Olympic Studios di Londra viene inciso questo debutto su Lp, prodotto da Page stesso, che contiene nove brani destinati a segnare il corso del rock.
Elettricità ed esuberanza si fondono con suggestioni blues e folk, andando a gettare le basi di hard rock e heavy metal.
L’album esce prima sul mercato britannico (in Inghilterra arriverà il 31 marzo) e, nonostante un’accoglienza non proprio calorosa da parte della critica, diviene immediatamente un successo a livello di vendite, spianando la strada a una carriera epocale.

30 gennaio, Il rooftop concert dei Beatles

John, Paul, Ringo e George (con l’aiuto del tastierista Billy Preston) suonano per l’ultima volta insieme dal vivo.
E scelgono di farlo a modo loro: organizzando un live sul tetto della Apple Corps – la loro multimedia company nel cuore di Londra – e suonando per i passanti.
La scaletta consta di tredici brani (alcuni ripetuti più volte): il tutto viene registrato, su due bobine da otto tracce, da George Martin con Glyn Jones e Alan Parsons, utilizzando le attrezzature degli studi Apple.
Il regista Michael Lindsay-Hogg, invece, immortala le immagini con la sua troupe (e le userà per il film Let It Be – Un giorno con i Beatles, del 1970).
Il live viene interrotto dall’intervento delle forze dell’ordine: è l’ora di pranzo e le strade, già congestionate per il traffico cittadino, si sono bloccate a causa dei curiosi e dei fan che vogliono vedere i Fab Four.

1 febbraio, Esce Kick Out the Jams degli MC5

“Are you ready to testify?” La prima uscita su Lp degli MC5 è un album dal vivo. Una scelta programmatica ben precisa, visto che le esibizioni della band di Detroit sono notoriamente incendiarie e lasciano il segno.
E questo album è di quelli che graffiano, con un rock durissimo, proto-punk/proto-metal, fatto di ritmiche tirate, chitarre urticanti e testi che incitano alla rivoluzione.
Il successo commerciale è limitato (anche per via di guai con la censura: il “motherfuckers” urlato sull’incipit del primo brano non piace all’America benpensante), ma Kick Out the Jams è destinato a diventare un disco di culto, venerato da generazioni di musicisti a venire.
Gli MC5 non si ripeteranno più agli stessi livelli, ma l’energia sprigionata da questi pezzi incisi il 30 e il 31 ottobre 1968 alla Grande Ballroom di Detroit è ineguagliabile.
Con buona pace di Lester Bangs che stroncò il disco, all’uscita.

14 maggio, Il primo album di Neil Young con i Crazy Horse

Il cantautore canadese incontra i Rockets, che si ribattezzano Crazy Horse, e con loro pubblica il suo secondo album: Everybody Knows This Is Nowhere.
I brani – praticamente tutti classiconi (fra cui Cinnamon Girl, per citarne uno solo) – sono all’insegna di un country rock sporco, elettrico, ricco di sbavature e spigoli.
È l’inizio del dualismo della produzione di Young che, da quel momento, alternerà dischi “tirati” ad altri più cantautorali e intimisti.

[Continua con la parte 2]