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Vinicio Capossela, Ballate per uomini e bestie
2LP, La Cupa/Warner
voto: ****

«Poesia, filosofia e denunzia!», esclama semiserio Vinicio Capossela nel presentare il suo disco più moderno e assieme arcaico. Ballate per uomini e bestie è la colonna sonora dello strano Medioevo in cui viviamo.

Da una parte c’è un’idea spaventosa della contemporaneità, la Rete come pestilenza morale, l’irreversibile caduta verso il basso, la miseria delle idee. Dall’altra si canta il bisogno di tornare all’essenza delle cose, al sacro, alla natura, al mondo animale. Ed ecco dunque le tante bestie che popolano il disco, come la giraffa che scappa dal circo, vaga per la città e ci mette di fronte alla bruttezza del nostro vivere. E nel mezzo di questo bislacco cantico delle creature, Vinicio infila suggestioni prese da John Keats, da Oscar Wilde, da Francesco D’Assisi.

Nel musicare questa dualità, Capossela reinventa ancora una volta le sue e le nostre radici in un folk immaginario che è assieme elettrico, acustico ed elettronico. È un suono primitivo e per certi versi sofisticato, bello potente e vivido, ora esilarante e ora suggestivo, assemblato da un ampio cast di vecchi e nuovi collaboratori.

Ballate per uomini e bestie sa essere anche rassicurante giacché distribuisce immagini e musiche famigliari a chi già ama Capossela. Ed è più divertente e di più facile ascolto delle Canzoni della cupa di tre anni fa, il che non guasta per un disco che vuol dire una cosa che ci riguarda tutti quanti: curiamo la peste che c’infetta prima che sia troppo tardi.

(Claudio Todesco – da Vinyl n.9)

Tracklist

LATO A
Uro
Il povero Cristo
La peste
Danza macabra

LATO B
Il testamento del porco
Ballata del carcere di Reading
Nuove tentazioni di Sant’Antonio

LATO C
La belle dame sans merci
Perfetta letizia
I musicanti di Brema
Le loup garou

LATO D
La giraffa di Imola
Di città in città (… e porta l’orso)
La lumaca