La ristampa a cinquant’anni di distanza di un’opera monumentale, che ancora oggi ammalia e divide

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Per i cinquant’anni dall’uscita il mitico senza titolo beatlesiano – per tutti il White Album – si ripresenta tirato a lucido con dei mix stereo nuovi di zecca e un corredo di registrazioni inedite (gli Esher Demos registrati a casa di George Harrison e altre tracce di studio). L’album in sé è un’opera monumentale, che ancora oggi ammalia e divide: per tanti è il capolavoro, per altri il segno precoce della disgregazione della band. Tra appiccicose filastrocche (Ob-La-Di, Ob-La-Da), blues rock veraci e le bizzarrie dei singoli, spiccano brani indimenticabili che fanno storia a sé: come si fa a non ricordare il proto heavy metal di Helter Skelter, l’incredibile canzone-collage Happiness Is a Warm Gun, il formidabile affondo di George Harrison con While My Guitar Gently Weeps o gli esperimenti di avanguardia di Revolution 9?