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The Only Ones – Even Serpents Shine (1979, Sony)


Li si trova spesso – se non sempre – incasellati tra i gruppi dell’ondata punk inglese iniziata nel 1977. Ma di punk gli Only Ones non avevano molto.

Certo, l’attitudine del leader Peter Perrett è sempre stata punk rock, ma nella stessa maniera in cui lo è quel soggettone di Keith Richards. Si parla di modi, maniere, droga e strafottenza. Non di rock’n’roll sgangherato, veloce, adolescenziale e senza assoli.

Il punk rock è una presenza tangibile praticamente solo – e non in maniera totalizzante – nel loro omonimo debutto. Quello con il brano che li ha consegnati alla storia del rock e ne ha fatto materiale da enciclopedie (oltre che materiale da jingle per campagne pubblicitarie di telefonia mobile): “Another Girl, Another Planet”.

Ma in questo secondo lavoro del 1979 la musica cambia, in metafora e di fatto. Cambia nel senso che il punk resta a livello di energia e formicolio nello stomaco, ma il sound muta in una forma rock/wave onnicomprensiva. Come una palla di paraffina fatta rotolare nei detriti di tutto ciò che la classicità rock’n’roll è stata prima del 1979 e poi impastata a mano dall’elegantemente intossicato Mr. Perrett.

A ben ascoltare ci sono diversi punti di contatto con il Johnny Thunders solista – soprattutto nelle ballate oppiacee (su tutte “Inbetweens”, da pelle d’oca, come una “So Alone” più rifinita e stonata, imbastardita con la dylaniana “All Along The Watchtower”). Ma Perrett ha una sensibilità più raffinata, tipicamente British.

Comunque possiamo spingerci oltre e lasciarci andare al delirio proto-mistico, durante cui è naturalissimo scorgere, nella collezione degli 11 pezzi di Even Serpents Shine, un’unico tossico e ancestrale filo conduttore. C’è il gusto amaro dell’eroina che ti si pianta in gola, l’odore polveroso e caldo dei mobili antichi (Perrett ha vissuto sempre in una casa-museo iena di mobili antichi e opere d’arte), il sound del Keith Richards più sperimentatore e vacillante, l’agrodolce della Londra post punk.

Non è un disco facilissimo, oltretutto: sia chiaro. I pezzi sono solo apparentemente banali. E chiunque imbracci una chitarra difficilmente riuscirà a impararne uno con la stessa leggerezza con cui potrebbe memorizzare un brano degli Adverts o di altri in pochi minuti. E poi c’è la voce di Perrett, un miagolio (quasi) sempre stonato, una cosa che se ti fa schifo non c’è verso, ma altrimenti ti fa innamorare e basta (ancora Johnny Thunders).

Questo è genio: è chiaro. Il genio della specie più tragica e trucida, quello che manda in malora tutto senza nemmeno capire cosa sta facendo (gli Only Ones sopravvissero solo per un ulteriore album, poi si sciolsero ingloriosamente nel 1982).

Per saperne di più: Even Serpents Shine su Discogs