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Napoli Centrale, Mattanza
In edicola dal 18/02/2019
Collana: Prog rock italiano

Se il primo omonimo album, uscito nel 1975, aveva fatto conoscere la deflagrante miscela di soul, jazz e radici napoletane, Mattanza tende a ribadire che la classe non è acqua.

Anche il messaggio si fa più diretto, duro e mirato. Lo comunica fin dal primo istante il titolo, che evoca i tonni in attesa di essere uccisi, intrappolati nelle tonnare dai pescatori. Una metafora con cui James Senese cerca di fotografare il periodo storico in cui vive, descrivibile come una vera e propria mattanza di una parte della popolazione inerme schiacciata da un potere ottuso e cinico peso del potere; ma anche mattanza di idee, di valori, di bellezza.

Per fare tutto ciò, Senese si serve di due voci straordinariamente intense: quella naturale e quella del suo sax magico.

Persi per strada il tastierista Mark Harris e il bassista Tony Walmsley (entrambi passati al Rovescio della Medaglia), il suono non vede comunque diminuire la propria forza espressiva. Anzi, si rafforza con la presenza in alcuni brani dei batteristi Agostino Marangolo (Goblin) e Bruno Biriaco.

La tracklist

LATO A
Simme iute e simme venute
Sotto a’ suttana
Sotto e ‘n coppa
LATO B
‘O nonno mio
Sangue misto
Forse sto capenno
Chi fa l’arte e chi s’accatta