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Recensione pubblicata su Vinyl n. 6 (febbraio 2019)

Greta Van Fleet, Anthem of the Peaceful Army
Etichetta: Universal

Voto: ***

Chiudete gli occhi: immaginate di essere nel 1974. È appena uscito Queen II e i Led Zeppelin impazzano: in tutte le classifiche e nelle programmazioni radio le loro hit sbaragliano la concorrenza.

Ecco, vi trovate – come per magia – a tornare indietro nel tempo, per godervi uno dei periodi più belli per gli amanti del rock duro e graffiante: la musica è pura adrenalina. Come le urla laceranti che arrivano sia dalle chitarre sia dalle voci. I tamburi sembrano annunciare la fine del mondo.
Potete anche tirare fuori dallo scaffale, usata ma ancora fresca, quella gemma imperdibile che si chiama Made In Japan, dei Deep Purple, datato 1972. Stesso effetto: la musica vi penetra sottopelle e nulla tra voi e il vostro giradischi sarà più come prima.

Chi non vorrebbe fare rewind e rivivere quei momenti?

Niente da fare: il tempo fugge e nessuno lo può fermare. Però le cose belle (non solo gli errori!) si possono ripetere, ed è quello che cercano di fare questi ragazzi del Michigan, ormai incoronati come gruppo più influente del 2019. Rivelazione del momento, i Greta Van Fleet sono al loro debutto (dopo due EP) e arrivano con il proverbiale botto.

Mettete sul piatto questo album (originariamente uscito a ottobre del 2018), alzate il volume e chiudete gli occhi. Il futuro è quello degli anni ’70. Il rock, quello vero, duro e puro.