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A due anni da Scacchi e tarocchi, nel 1987 De Gregori arriva sul mercato con questo Terra di nessuno, forse uno dei suoi dischi meno ricordati. In effetti è un album difficile, di una bellezza cupa e rigorosa, che va assimilato piano piano: un viaggio in lidi impregnati d’atmosfere riflessive, pacate, disegnate a tratti leggeri da un senso poetico e filosofico di consapevolezza della condizione umana. E comunque contiene almeno due gemme che segnano la maturità del Principe: “Pilota di guerra”,ispirata a Saint-Exupéry, e quella“Mimì sarà”dedicata a Mia Martini. Come disse il critico Gino Castaldo “mai come in questo caso De Gregori ha prodotto un disco che potrebbe apparire come un album concept […]. Il disco si apre con un viaggio di mare, cioè col viaggio-mito, archetipo, e si chiude col più dolce degli inviti, a riflettere sulle strade che potremmo riprendere, sui viaggi che potremmo in fondo ricominciare a fare”.