Esce per Mondadori No Pasta No Show, autobiografia di Claudio Trotta, uno dei più stimati e importanti produttori e promoter indipendenti di spettacoli dal vivo nel mondo. Tra aneddoti e ricordi in musica.

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L’affresco di un’epoca, tra concerti, gli artisti, le persone che hanno fatto parte della sua vita. Claudio Trotta è il fondatore di Barley Arts e, dal 1979 a oggi, ha lavorato con alcune delle più grandi star nazionali e internazionali. Da Bruce Springsteen, AC/DC, Kiss, Sting, David Bowie, Guns N’ Roses, Iron Maiden, Aerosmith, Frank Zappa, Stevie Wonder, Metallica a Litfiba, Renato Zero, Luciano Ligabue, Negramaro e Elio e le Storie Tese.

È proprio Elio, nel giorno dell’annuncio dello scioglimento della band, a dare del suo promoter una definizione che fa capire molto di questo personaggio: «Lui fa i conti, ma non è la prima cosa che fa. Fa le cose perché gli piacciono molto. L’impegno è fatto di amore. E per noi, gli Elio e le storie tese, ne aveva molto».

Incontriamo Trotta a Milano, durante il lancio del suo libro No Pasta No Show. Sala piena, tra volti noti e lettori. Si parte dal racconto di quella volta che Bruce Springsteen sparì a Milano, quando Vetra non era ancora recintata e Bruce venne perso di vista, nel parco, per più mezz’ora. Di Frank Zappa e del suo perfezionismo. E anche di quella volta che a Londra lui stesso venne arrestato, da ubriaco, dopo una grande convention tra i più importanti promoter europei.

Il libro nasce dalla voglia di raccontare storie buffe «Tutti noi abbiamo voglia di raccontarci. Cosa sono i social in fondo, se non un quotidiano racconto del nostro vissuto?  Prima si viveva insieme, è da sempre  la nostra natura volerci raccontare. Io non potevo essere da meno. La mia natura è quella di avere tanto da dire. Avevo tante cose belle da raccontare, non potevo che scrivere della mia vita», racconta Trotta.

Iniziato nel 2008, l’ha ripreso in mano nel 2014, arriva in libreria con questo titolo No Pasta No Show che lo rappresenta, per chi lo conosce, sia per la sua golosità che per quei tempi, ai suoi esordi, in cui si andava a mangiare prima che la band salisse sul palco: «Ci ho messo nove anni ma sono felice di aver dato voce e spazio anche alle persone sconosciute. È vero che parlo dei big, ma ci sono anche tanti nomi che nessuno conosce. Da chi gestiva i locali che frequentavamo ai promoter o collaboratori importanti. Il libro vuole essere il racconto di quarant’anni della mia vita, di quello che è successo, in musica. C’è tanta Milano, dove ho vissuto, ma non solo.»

204 pagine di racconto, che scorrono come una dichiarazione d’amore nei confronti della musica. Un racconto di personaggi indimenticabili. Come la sua vita.

Claudio Trotta alla presentazione di Milano. Gli abbiamo regalato la nostra spilla!