During Christine’s Sleepusciva esattamente 30 anni fa, in piena deflagrazione del nuovo rock italiano. La storia di un disco senza il quale gli Afterhours non sarebbero diventati gli Afterhours

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Nel 1990 c’è molto fermento nell’underground italiano: tutto ribolle grazie agli afflati degli Ottanta, che stanno portando alla prepotente esplosione del cosiddetto “nuovo rock italiano”. Fra i capibranco delle giovani band in piena rincorsa per emergere ci sono gli Afterhours, che proprio verso la fine di quell’anno danno alle stampe il loro esordio sul formato LP: During Christine’s Sleep, il primo per la neonata etichetta indipendente milanese Vox Pop (il precedente mini-Lp con sei pezzi, All The Good Children Go To Hell, era stampato dalla torinese Toast Records).

Registrato a singhiozzo fra la primavera e l’estate del 1990, il disco vede gli Afterhours schierati in formazione con Manuel Agnelli (voce, chitarra, tastiere), Paolo Cantù (chitarra), Lorenzo Olgiati (basso) e Roberto Girardi (batteria).

L’album contiene 10 brani cantati in inglese (lingua che sarà utilizzata fino all’Lp successivo compreso) in cui Agnelli e i suoi virano il sound allontanandosi sensibilmente dalle atmosfere appuntite e post punk dell’esordio, sfoderando anche un lato più intimista e riflessivo. Nel disco, infatti, canzoni più fisiche e d’impatto – come “Plastic, “(Tina’s Got A) Brand New Boy”e “Terry Fill Me Up”– convivono con episodi rarefatti, avvolgenti (ad esempio “Icebox”, “Words”e “Angela”): si crea un nuovo equilibrio, quindi, che è anche sintomo di cambiamenti in atto non solo a livello musicale, ma anche umano.

Fra i momenti più alti e sintomatici della direzione futura del gruppo – più eclettica e cangiante – si segnala “Inside Marilyn Three Times”, un pezzo che veste gli inconfondibili panni della ballata rock, con tocchi di morbida psichedelia e di quello che da lì a poco sarebbe stato chiamato grunge. Si tratta di un brano importante perché rappresenta un trait d’union fra le due “ere” degli Afterhours, in quanto viene ripreso – riarrangiato e ricantato in italiano – nel disco della svolta, ovveroGermidel 1996 (nello stesso album ci sono anche due pezzi tratti da Pop Kills Your Soulche hanno avuto analogo trattamento). Ri-titolata “Dentro Marilyn”, la canzone esce anche come singolo, ma il fatto più incredibile è che viene scelta nientemeno che da Mina per una rilettura. La Tigre di Cremona, regina della canzone italiana, la include infatti nel suo disco del 1997 Leggera, imbeccata dalla figlia (che pare gliel’abbia fatta ascoltare dopo avere conosciuto di persona Agnelli).

During Christine’s Sleepdesta un buon interesse anche fuori dai confini nazionali (in Italia viene indicato come album italiano dell’anno dal mensile «Rockerilla»), tanto da ottenere una recensione dai toni entusiasti sulle pagine del magazine statunitense «Alternative Press», che lo nomina disco del mese: un riconoscimento meritato e in parte frutto anche di una serie di esibizioni coinvolgenti tenute negli USA, nel corso dell’estate, in seguito a un invito a suonare al prestigioso New Music Seminar di New York. Agnelli ricorda quell’esperienza nel volume Manuel Agnelli: senza appartenere a niente mai(di Federico Guglielmi): “La trasferta ci ha permesso di suonare con gente come Buffalo Tom o Nirvana, che non erano nessuno, ma che in seguito hanno influito profondamente sulla storia della musica”. Ma non solo: allargare gli orizzonti alla scena d’oltreoceano porta Manuel a capire una cosa fondamentale: “Constatammo che l’underground americano non era un altro pianeta rispetto al nostro: c’erano infatti artisti bravi che annaspavano come noi e che come noi, seppur con fonici più preparati e platee più abituate a proposte di un certo tipo, si esibivano di fronte a 50 spettatori. Questo è stato fondamentale a livello di mentalità: ho capito che, pur accettando con modestia il nostro ruolo, non dovevamo svalorizzarci. A me la lezione è servita e spero che altri possano riceverne di analoghe; in fondo in Italia abbiamo un bel circuito rock e gli unici pirla a non volerlo riconoscere e a sminuirci siamo noi italiani” (dal libro di Gugliemi).

Buon compleanno, dunque, a Christine e al suo sonno. Un bel regalo per festeggiarlo sarebbe una ristampa del disco, che è ormai da tanto tempo fuori catalogo.

 

>>>Quest’articolo è tratto dal numero 15 di De Agostini Vinyl in edicola

 

 

 

 

 

 

 

Un disco da collezionisti

During Christine’s Sleepè stato stampato unicamente nella tiratura iniziale su vinile: esistono dunque solo le copie originali del 1990 su Vox Pop, che all’epoca ha deciso di non fare anche la versione Cd. L’album ha ottenuto un discreto successo, ma si trattava pur sempre di un’uscita underground, per cui pur non essendo una rarità da conservare in un caveau una copia del disco ora ha un certo valore. Stando alla piattaforma Discogs, la copia venduta al prezzo più elevato ha raggiunto gli 80 euro (ma c’è anche chi propone l’oggetto a oltre 100 euro, in condizioni near mint e unplayed). Una valutazione bilanciata è comunque intorno ai 60 euro (variabile, poi, in funzione dello stato di copertina e disco).