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Vinile e CD, a una prima analisi superficiale, sembrerebbero formati nemici dell’ambiente. La quantità di plastica utilizzata per realizzarli e per imballarli, infatti, non è piccola. Ma l’ascolto in streaming potrebbe essere altrettanto impattante per il nostro pianeta. Ne hanno parlato recentemente Sharon George e Deirdre McKay, ricercatrici della Keele University, in un articolo pubblicato da The Conversation.

L’impronta di carbonio del vinile

Analizziamo il caso del vinile. Vero è che le copertine sono solitamente in cartone e quindi riciclabili. Così come è vero che inizialmente i dischi erano in shellac ovvero gommalacca, una resina naturale ottenuta dalle secrezioni di un insetto. Materiale meno inquinante, senza dubbio.

Ora i dischi sono in PVC, un materiale che impiega secoli a dissolversi nell’ambiente. Ciò implica un’impronta di carbonio* molto elevata (si parla di 0,5 kg di CO2 per un singolo album contenente 135 grammi di PVC) e un effetto negativo sull’ambiente.

Lo streaming è più etico?

Anche i CD, sebbene contengano meno plastica, hanno un’impronta di carbonio alta per via dell’impossibilità di riciclarli e del loro ciclo di vita piuttosto corto (i CD di scarsa qualità si deteriorano facilmente e finiscono in discarica molto più rapidamente).

Lo streaming sembrerebbe dunque la scelta più corretta ed etica, a livello ambientale. Eppure il fatto che non implichi un formato fisico non esclude un alto potenziale inquinante. Infatti tutta la macchina dello streaming si basa sull’immagazzinamento di file in grandi server mantenuti a temperatura costante, da cui poi vengono smistati attraverso la Rete. E noi li ascoltiamo utilizzando diversi device. Tutta questa catena si basa sull’utilizzo e la produzione di energia elettrica e crea un’impronta di carbonio potenzialmente molto alta.

Il bivio

Ovviamente non esiste un’opzione unica praticabile. E chi desidera diminuire il proprio impatto ambientale deve valutare alcuni fattori. Ad esempio, se abbiamo intenzione di ascoltare un disco solo poche volte, l’ideale è farlo in streaming: l’impatto sull’ambiente sarà minimo. Se invece sappiamo che lo ascolteremo ripetutamente, un formato fisico è preferibile (si calcola che 27 streaming completi di un album richiedano più energia di quanta ne occorre per fabbricare un CD, ad esempio).

Sta a ognuno decidere. Ma diciamo che oltre al piacere di possedere una collezione di dischi, il caro vecchio vinile vintage sembrerebbe la scelta più giusta nel caso si desideri ridurre il proprio impatto sull’ambiente…

 

* NOTA: La carbon footprint (letteralmente, impronta di carbonio) è un parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, espresse generalmente in tonnellate di CO2 equivalente. Il calcolo della carbon footprint di prodotto (CFP) comprende la quantificazione di tutte le emissioni di gas ad effetto serra (GHG) lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale del prodotto. L’intero ciclo di vita del prodotto è anche definito “dalla culla alla tomba” (“from cradle to grave”).

[Foto: snapwiresnaps.tumblr.com – licenza CC0]