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Storia e retroscena di una copertina impenetrabile, proprio come Syd Barrett che ne è il protagonista

[articolo pubblicato su Vinyl n.13]

La figura esile e inquietante di Syd, accovacciato in posa quasi animalesca, vicino a un vasetto di fiori. Una stanza spoglia, con il pavimento dipinto a strisce irregolari di uno sgargiante arancione e viola.
Questo scatto, che illustra la copertina di The Madcap Laughs (primo lavoro solista di Barrett post-Pink Floyd), è uno dei più noti, ma anche dei più inquietanti e misteriosi degli ultimi 50 anni.

La foto è il risultato di un lavoro commissionato da EMI/Harvest – la label per cui il 33 giri uscì – allo studio Hipgnosis (famoso per le copertine dei Floyd, peraltro). Ma Syd invita anche l’amico Mick Rock (uno studente di letteratura che si diletta con la fotografia) nel suo appartamento londinese in Earl’s Court proprio lo stesso giorno di aprile del 1969 concordato per lo shooting…

Risultato: sia Rock che Storm Thorgerson di Hipgnosis scattano diverse foto in quelle due ore con Barrett, trasformando il tutto in una sorta di lavoro a più mani. Questo è il motivo per cui, ancora oggi, aleggia un certo dubbio sulla paternità effettiva dell’immagine scelta per la copertina definitiva, mentre i diretti interessati non hanno certo mai brillato per chiarezza, almeno in sede ufficiale.

Stando alle voci che da anni circolano tra gli appassionati, probabilmente Thorgerson (che è scomparso nel 2013 per un tumore) e Mick Rock avrebbero trovato un accordo extragiudiziale per evitare strascichi.
Per mettere fine a ogni eventuale pretesa di entrambe le parti, gli scatti finiti su The Madcap Laughs sono da attribuire a tutti gli effetti a Hipgnosis, mentre le altre fotografie fatte durante lo shooting sono assegnate a Rock.

Se qualcuno si domandasse quale sia il concept dietro all’immagine di copertina, la risposta arriva direttamente da Mick Rock: «Nessuno. Non avevamo in mente roba tipo ‘facciamo sembrare pazzo Syd, perché il disco è intitolato The Madcap Laughs. In quel momento l’album non aveva ancora un titolo. Lo trovarono in seguito».

(Andrea Valentini)