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140 espositori in 2400 metri quadrati per il più grande raduno italiano di collezionisti e “crate digger” in cerca di occasioni, rarità ed edizioni speciali. Lasciate ogni speranza voi che entrate…

[di Giuliano Donati – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.10 / continua da Novegro Vinile Expo: astenersi perditempo – pt. 2]

Tutto, di più, non solo italiano

La fiera internazionale di Novegro è un evento unico, non paragonabile alle bancarelle occasionali che girano la domenica mattina nei mercati delle cittadine di provincia.
Qui c’è il gotha dei collezionisti e dei negozianti di vinili rari e d’epoca da tutta Europa (compreso Giappone e Russia).
Non solo: qui trovi tutti i maggiori collezionisti e venditori di dischi della nostra Penisola, di solito quelli migliori e i più conosciuti, con i quali potrai continuare ad avere rapporti epistolari e commerciali via internet anche nei mesi e negli anni a venire.

Lo stesso succede tra i clienti, che spesso parlano lingue diverse e si fanno capire con il linguaggio universale della musica. Anzi: del vinile.
In questo senso, Novegro è l’unico negozio di dischi, purtroppo aperto solo pochi giorni all’anno, capace di fare concorrenza a internet.

Qui, come su internet, dove negli ultimi anni si è spostato per forza di cose quasi tutto il mercato del vinile raro e da collezione, oltre che del vinile nuovo e delle edizioni speciali, trovi davvero tutto e trovi articoli che nel 90 per cento dei casi hanno un prezzo e una provenienza garantiti.
Che non vuol dire economici, ovviamente.

Con due ulteriori vantaggi: da una parte quello di non avere le spese di spedizione ma solo quelle del biglietto e dall’altra quello di poter chiacchierare di persona con il venditore e di scoprire così molte cose sul disco che stai per comprare (o su altri dischi che non pensavi di comprare).

Il collezionista che si trascina a casa un trolley pieno di venti o trenta dischi rari, quindi, non è solo un pazzo sconsiderato che affama la sua famiglia pur di potersi mettere sullo scaffale altri dischi vecchi e polverosi.
È invece un ragionevole appassionato di musica che ha deciso di risparmiare una media di 5 o 10 euro a disco che altrimenti avrebbe regalato ai corrieri o alle poste italiane ed europee.

Novegro verso il futuro

Come si evolverà questa fiera del vinile? Le nuove generazioni la scopriranno mai?
La domanda finale non può mancare, perché anche nel paradiso del vinile manca sempre qualcosa.
Quindi anche noi ci siamo chiesti, che cosa manca ancora qui a Novegro?
Il calore umano di sicuro no e la quantità delle offerte nemmeno.
Una stima spannometrica dei dischi che si possono sfogliare qui in una giornata si aggira oltre il mezzo milione.

Manca allora forse un bel ristorante per la pausa pranzo? Assolutamente no: chi vorrebbe mai stare seduto in un ristorante quando può passeggiare tra casse piene di vinili rari e pezzi unici ricercati da tutti?
Un’attrazione alternativa per portarci la moglie e i figli? Vade retro. Nessuno vorrebbe rovinarsi una giornata così chiacchierando con sua moglie o sopportando la compagnia di qualche marmocchio.

Una sala d’ascolto o un punto dotato di giradischi e cuffie per verificare la qualità di un acquisto in diretta? Fuochino: potrebbe servire.
Ma, diciamolo, il tempo qui è tiranno e gli orari di apertura sono a malapena sufficienti per dare un’occhiata a tutti gli scaffali. Che fine farebbero certe trattative se ogni volta devi fare la coda per avere a tua disposizione una sala d’ascolto o un giradischi con le cuffie?
E quali collezionisti lascerebbero le loro preziose copie nelle mani di clienti sconosciuti più volte al giorno? Impossibile.

Servirebbe avere qui una sezione di approfondimenti con tavole rotonde, esposizioni, conferenze e così via, tutte legate al tema del vinile e della storia della musica, per incontrare autori, produttori, professionisti ed esperti del settore?
Questa volta la risposta è un sì senza riserve.

Se la fiera offrisse questo contorno, chiamiamolo culturale, oltre al mercato del vinile in sé, potrebbe attirare qui una fascia di pubblico molto più larga, per non parlare delle scuole e dei giovani, invece di restare, come di fatto è, un mondo riservato a esperti e veterani del vinile raro e d’epoca.

Altro? Di sicuro le novità del mondo del vinile, soprattutto dalle label più piccole e di nicchia che non si trovano nei grandi shop internazionali, anche loro materia di collezioni e di ricerca per gli appassionati del genere.
E poi, perché no, i Cd e le cassette, i due vecchi nemici del vinile, i primi oggi morti e quindi anch’essi destinati a un futuro fatto di collezionisti e nostalgici (come trent’anni fa il vinile) e le seconde analogiche come il disco nero, ma con un fascino talmente low fi e tascabile da poter davvero far concorrenza all’mp3.

Altri suggerimenti? Uno solo e banale, che rubiamo alle grandi catene librarie europee: poltrone, tavolini, spazio per chiacchierare e una segnaletica più chiara.
Senza pretendere di arrivare a una suddivisione di genere, che non piacerebbe ai negozianti (che vendono generi diversi) e forse nemmeno ai clienti (che acquistano e ascoltano musica diversa), sarebbe sicuramente utile poter dotare ogni singolo stand di una sua insegna chiara e inequivocabile, appesa in alto e ben visibile.
Poca cosa.
Prima di rituffarsi a testa bassa tra le casse dei vinili (mentre fuori piove).

[foto Facebook Novegro Vinile Expo]