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140 espositori in 2400 metri quadrati per il più grande raduno italiano di collezionisti e “crate digger” in cerca di occasioni, rarità ed edizioni speciali. Lasciate ogni speranza voi che entrate…

[di Giuliano Donati – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.10]

Un poeta giapponese di qualche millennio fa recitava un haiku in cui definiva le giornate di pioggia come doni del cielo, perché così ogni uomo può stare alla finestra e guardare in fondo alla propria anima.
Quel poeta non conosceva ancora la fiera del vinile di Novegro, che può dare un senso molto più grande a una giornata di pioggia, facendoti ammirare tesori e meraviglie che farebbero perdere la testa anche a un santo.

Qualche esempio? La prima edizione di King of the Delta Blues Singers quotata dai 500 euro in su, o quella di Nuda dei Garybaldi, autentica gemma che può valere uno stipendio. Oppure il primo 45 giri dei Sex Pistols o L’Isola di Wight dei Dik Dik originale e mai suonato? O ancora una prima edizione di Dolce acqua dei Delirium, roba da oltre 200 euro, oppure About Time dei Ping Pong, sempre prima edizione del 1971, da oltre 300 euro, o l’edizione del 1970 di Trespass dei Genesis da oltre 500 euro. Per non parlare delle famosissime prime edizioni di certi ellepì di Battisti. E così via.

Potremmo continuare con gli esempi per pagine e pagine. Impossibile fare un censimento o un indice di quello che ti può passare sotto le dita nelle migliaia di casse di vinili esposte qui.
Una sola cosa è certa: questo posto non è per poveri, deboli di cuore o per chi pensa di farci un giretto rilassato con tutta la famiglia. Qui si viene da soli, armati di passione e portafogli, e ci si passa tutto il giorno.
Meglio se in una giornata di pioggia, che è il contorno perfetto per la fiera del vinile di Novegro, in cui tuffarsi senza rimorsi per la gita al lago con la famiglia andata buca. Anzi, pregustando ancora più acquisti con i soldi della gita risparmiati.

Un avamposto per collezionisti

La fiera del vinile di Novegro ha ormai una lunga storia alle spalle che risale ai primi anni ’90.
Una storia fatta di alti e bassi, dove però gli alti sono i bassi e viceversa, perché la premessa di tutto non è mai stata quella di esistere ma, bensì, quella di “resistere”.
Un comunicato stampa recente, in uno stile che ricorda il miglior Corrado Guzzanti, definisce questo luogo un “avamposto collezionistico nel Paese del bel canto” o più semplicemente “il luogo delle passioni”.

E anche se si parla di una passione per pochi, nelle sue ultime edizioni, complessivamente, si stima che le mostre-mercato del vinile organizzate a Novegro abbiano già attirato 350 mila visitatori.
Un risultato che oggi fa ben sperare per il futuro ma che non è sempre stato a questo livello, soprattutto negli anni bui del vinile, quando il Cd pareva ormai aver condannato il disco nero a diventare solo un feticcio per nostalgici.

Eppure proprio in quegli anni ’90 la fiera, intitolata allora Vinilmania, ha prosperato controcorrente, contro ogni logica di marketing e ogni buon senso. E perfino senza nessuna seria campagna pubblicitaria. Quindi solo per passione. La passione per il vinile a tutti i costi.

Trent’anni e non sentirli

Da quasi trent’anni, quindi, Novegro è l’unica grande fiera del vinile usato, raro e d’occasione a disposizione degli appassionati e dei collezionisti in Italia.
Le alternative a questo appuntamento si trovano solo all’estero (Recordplanet di Utrecht in Olanda o la London Victoria Record Fair per citare le più famose) o in altri continenti, quindi con costi e difficoltà organizzative che sono alla portata solo degli operatori del settore.

Oltre alla comodità logistica, però, essendo Novegro alle porte di Milano e a 5 minuti dall’aeroporto di Linate, questa fiera ha altre frecce al suo arco, quasi tutte legate alla musica italiana, che qui come da nessuna altra parte fa la parte del leone.
Prog italiano, musica melodica, cantanti, cantautori della “bella lingua”, ma anche il punk, l’hardcore, la disco e il jazz italiani e via dicendo, sono le categorie più presenti e che si leggono di più sugli scaffali e sulle casse degli oltre 140 espositori, tanto da attirare qui sempre visitatori e collezionisti da tutto il mondo.

L’evidente abbondanza di offerte e rarità in questi generi non riesce comunque a sopraffare l’enorme quantità di casse e scaffali dedicati ai generi musicali internazionali: dal rock psichedelico alla dance, dal reggae al punk, dal metal al jazz e così via, senza davvero escludere nessuna categoria e nessun genere, purché si parli di vinili d’epoca, possibilmente del millennio scorso e con una evidente predilezione per i 33 giri a 12 pollici del ventennio d’oro del vinile, ovvero per la musica degli anni ’60 e ’70.

[foto Facebook Novegro Vinile Expo – continua con la seconda parte]