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Non se ne parla molto – ed è già un segnale piuttosto indicativo, a ben vedere – ma esiste un’alternativa ai classici giradischi con braccio, piatto rotante e puntina.

Stiamo parlando del giradischi laser – in pratica un device che invece di riprodurre il vinile utilizzando una puntina si serve di un fascio di luce laser. Non è proprio lo stesso principio dei lettori CD, ma quasi…

Non è una tecnologia diffusa, nonostante esista ormai da qualche anno. In effetti i primi passi pionieristici in questo campo risalgono al 1981 con la FINIAL, che dopo un grave flop venne poi acquisita da una compagnia giapponese che la trasformò in ELP. Ossia l’azienda tech che oggi commercializza – unica sul mercato – i giradischi laser.

Secondo ELP il vantaggio senza precedenti offerto da questi device è l’assenza di contatto del lettore con il microsolco del vinile. Quindi è impossibile produrre danni sulla superficie del vinile (cosa che una puntina in cattive condizioni, ad esempio, può fare).

Inoltre l’azienda spiega che il fascio laser permette la riproduzione di vinili danneggiati riducendo l’effetto di graffi e scheggiature, permettendo dunque di recuperarli o almeno ascoltarli senza troppi problemi. Infine questi apparecchi funzionano come i lettori CD, quindi i dischi vengono inseriti in un cassetto a scomparsa ed è possibile selezionare le tracce e le impostazioni tramite telecomando.

Manco a dirlo, poi, la fedeltà di riproduzione promessa è elevatissima.

Ma veniamo al prezzo… stiamo parlando di un apparecchio che al pubblico costa oltre i 15.000 dollari. Una cifra considerevole che non tutti – anche se molto appassionati – possono o vogliono sborsare.

Eppure l’interrogativo più grande resta un altro: perché mescolare le carte e arrivare all’ibridazione del vinile ascoltato come se fosse un CD? Il sacro fuoco dell’audiofilia è una cosa, ma i formati, in qualche modo, esigono il giusto rispetto…