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Ripercorriamo un passo alla volta le fasi produttive che ogni disco in vinile deve affrontare, oggi come settant’anni fa quando tutto è cominciato, da quando entra in fabbrica fino a quando ne esce sotto forma di vinile. Sia esso un LP da 12 pollici a 33 giri, un singolo da 7 pollici a 45 giri o una delle altre forme intermedie, nero, bianco o colorato.

[di Giuliano Donati e Fernando Fuentes – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.9 / continua da Come nasce un vinile – pt. 2/4]

Dagli stampatori metallici al disco

Il father metallico, copia negativa del nostro lacquer iniziale, viene quindi sottoposto a un nuovo processo galvanico, simile a quello che è servito per produrre il father stesso, per arrivare questa volta a uno stampo positivo sostanzialmente identico al lacquer iniziale ma realizzato in metallo, la cosiddetta “mother”.
Sarà questo stampo metallico positivo lo strumento per produrre gli “stampatori” metallici negativi da inserire nelle presse a caldo che andranno a produrre i nostri vinili.

Gli stampatori sono infatti le copie metalliche di nuovo negative che vanno a imprimere a caldo il solco sul vinile.
Ogni stampatore può imprimere il solco su molti vinili, senza perdere la sua qualità per diverse centinaia di copie, di solito tra le 500 e le 1.000, così come ogni father può dare origine a tre, quattro o cinque mother e quest’ultima a molti stampatori, garantendo così anche la produzione dei grandi successi commerciali che richiedono tirature più alte, a quattro o cinque zeri.

Start and stop: il test pressing

Con gli stampatori metallici pronti e inseriti nelle presse idrauliche a caldo, la produzione dei vinili può cominciare.
Non prima però che tutto venga ricontrollato e riascoltato attentamente. Come? Realizzando una piccolissima pre-produzione di cosiddetti test pressing.

I test pressing vengono realizzati con etichette (o label) bianche e senza copertine, e quindi prima di avviare la vera macchina produttiva. A parte queste caratteristiche, però, sono uguali in tutto ai nostri futuri vinili e servono per poterne verificare la qualità finale.

Vengono quindi di solito inviati agli autori o ai produttori della musica stessa, che dovranno approvare il risultato o richiedere eventuali correzioni se si presentano difetti di qualsiasi tipo.
Difetti che possono richiedere nuovi stampatori o nuove mother, e che in alcuni casi però possono anche richiedere un nuovo father o addirittura il rifacimento del lacquer o del master.

Solitamente i test pressing, prima di essere inviati agli autori o ai produttori della musica, vengono controllati all’interno della fabbrica, dove oggi esistono apparecchiature elettroniche dotate di microscopi in grado di rilevare eventuali imperfezioni o difetti nel solco impresso sul vinile.
L’approvazione del test pressing è ovviamente una fase importantissima della produzione del vinile, anche perché deve avvenire in un arco di tempo relativamente breve per non tenere fermo il lavoro delle presse già allestite.

[continua con la quarta parte]