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Ripercorriamo un passo alla volta le fasi produttive che ogni disco in vinile deve affrontare, oggi come settant’anni fa quando tutto è cominciato, da quando entra in fabbrica fino a quando ne esce sotto forma di vinile. Sia esso un LP da 12 pollici a 33 giri, un singolo da 7 pollici a 45 giri o una delle altre forme intermedie, nero, bianco o colorato.

[di Giuliano Donati e Fernando Fuentes – articolo integrale pubblicato su Vinyl n.9]

La catena produttiva da cui nasce un vinile è relativamente semplice e segue un iter che non è sostanzialmente cambiato dalla seconda metà del secolo scorso, se non per i controlli elettronici che vengono applicati alle varie fasi, oltre che per le automazioni che ciascuna fabbrica è riuscita a implementare lungo la catena stessa, in base alle sue possibilità e alle sue dimensioni economiche.

Al di là di questi aggiornamenti, e di una professionalità cresciuta nel tempo da parte degli addetti ai lavori, il vinile resta di fatto ancora oggi un prodotto analogico al 100%, realizzato manualmente copia per copia con bagni galvanici, presse e stampi che nulla hanno a che vedere con il cosiddetto mondo hi tech o digitale.

Dal 1948 a oggi, insomma, data a partire dalla quale si è iniziato a produrre i dischi sonori su vinile abbandonando la precedente gommalacca, il vinile resta un supporto analogico che riporta impresso su di sé sotto forma di solco tridimensionale quello che in origine è un segnale sonoro, musicale.

Il master

Ogni amante della musica sa bene che tutto comincia proprio dalla sorgente, ovvero da quel prodotto volatile e indefinibile che è la musica, registrata elettronicamente, in modo analogico o digitale su un master.
Il master viene trasferito alla fabbrica in modo digitale, se si tratta di master digitale (sia pure di origine analogica), o fisico, se si tratta di nastro magnetico.

L’arrivo alla fabbrica di un master su nastro rende ovviamente necessario un passaggio preliminare in più per trasferire il contenuto del nastro su un hard disk digitale dal quale è possibile inviarlo alla fase di cutting, dove viene tagliato appunto il lacquer.

[continua con la seconda parte]