Condividi su

Per la musica, l’amplificatore è come il motore per l’auto: da lui dipende infatti la potenza del suono. Ma non solo: se la vostra “auto” è un giradischi, allora il “motore” deve essere quello giusto!

[articolo integrale pubblicato su Vinyl n.14 / continua dalla prima parte]

L’altra parte fondamentale sul retro dell’amplificatore sono le connessioni per le casse, che possono essere doppie, 4 spine (2 rosse e 2 nere) per una coppia di casse principali e altre 4 uguali per chi vuole mettere una seconda coppia di casse in un altro locale o come alternativa.

Negli amplificatori moderni questi ingressi sono del tipo “banana plug”, più facili da usare. Quelli vintage richiedono invece due minuti per spellare i cavi di ogni canale e per chiuderli poi nei morsetti a molla o a vite. Il risultato non cambia.

Torniamo davanti. Che cosa ci serve davvero? Oltre al manopolone del volume, serve di sicuro il selettore degli ingressi, i controller per bassi e alti e il balance per ascoltare i due canali separati. Verificate che il balance arrivi a chiudere completamente uno dei due canali. Verificate che il selettore degli input sia diretto e analogico, senza fastidiose pause di attesa digitali.

Che cosa non serve

Lucine, led e schermi che visualizzano le operazioni in corso fanno parte del mondo digitale. Quando si ascolta la musica da un giradischi è meglio non avere filtri digitali, nemmeno nei comandi. Lo stesso vale per i gadget che spopolano in questi anni: connessioni wireless o a canali digitali tipo Spotify, Airplay, Deezer, Tidal e o lettori Dvd o addirittura Tv non servono. Potrete connettere un lettore iPod via cavo RCA per i casi estremi, per quando siete a letto malati e non potete alzarvi a girare i dischi. Ma anche in quei casi è meglio una cassetta o un Cd con l’autoreverse.

[foto di InspiredImages da Pixabay ]